Torto marcio
- Autore: Alessandro Robecchi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2017
Milano è protagonista assoluta del nuovo giallo di Alessandro Robecchi, con i personaggi che già conosciamo bene, ma coinvolti in una nuova, complicata vicenda, che racconta in modo esemplare le contraddizioni della nostra seconda capitale, o, data la crisi romana, della aspirante prima capitale morale del nostro Paese. Alessandro Robecchi, invece, sembra volerci dire nel suo romanzo, che il “marcio” non è solo in Danimarca, e che i problemi italiani di oggi sono estesi a tutto il Paese e vorrei dire all’intero Occidente.
Eccoci dunque di nuovo nella reggia dal design milanese di Carlo Monterossi, il fortunato autore di un programma di tv spazzatura, dove domina la diva delle lacrime facili e degli scoop sulla pelle dei malcapitati ospiti, Flora De Pisis; Carlo è stufo del programma che in effetti sta per concludersi, malgrado gli altissimi ascolti, e medita sul suo futuro professionale, nella vana attesa che torni Marìa, la ragazza di cui è innamorato; nel frattempo accetta di seguire il suo amico fidato, il giornalista tuttofare Oscar, che viene coinvolto nel recupero della refurtiva di un furto con destrezza fatto alle spalle di una vecchia dama milanese, madre della agente Katia Sironi, musa di Carlo. Tra gli oggetti rubati c’è anche un preziosissimo anello, un’opera d’arte, che forse può essere recuperato perché invendibile; di qui parte la vicenda, molto aggrovigliata, che vede protagonisti i due poliziotti, Tarcisio Ghezzi e Carella, messi da parte dal loro capo, il commissario Gregori, dopo che due delitti eccellenti stanno spaventando la Milano bene: un importante industriale della carne, Gotti, e un faccendiere noto in città, Crisanti, sono stati uccisi a poche ore di distanza sotto casa e sul loro corpo è stato trovato un sasso. Le armi del delitto due diverse pistole vecchie, poco efficaci, segno che l’autore degli omicidi non sembra un vero professionista del delitto. I due personaggi uccisi, insospettabili, non sembrano avere nulla in comune, ma l’opinione pubblica, montata da stampa e tv, orchestra una paura diffusa sulla sicurezza in città, tanto che dal Viminale viene inviata una squadra di eccellenti investigatori, più un profiler israeliano, tromboni romani che subito individuano la pista islamica: gli assassini dei due imprenditori sono certamente arabi. Carella e Ghezzi, coi loro agenti, vengono mandati “in ferie” ufficialmente dal loro superiore, ma invece continuano in segreto la loro indagine parallela, tutta milanese, facendo base in casa Ghezzi, dove la signora Rosa, sua moglie, accoglie la piccola centrale operativa con entusiasmo, cucinando spaghetti, servendo caffè, curiosa di partecipare ad una segretissima avventura insperata. Ci sarà un terzo delitto, un altro sasso lasciato sul corpo di un nuovo personaggio ricco e influente, ucciso nella sua stessa lussuosa auto: la vedova Isabella, ricca, bella, elegante, colta, nobile, chic, intriga il nostro Carlo che, costretto ad invitarla alla trasmissione televisiva di cui è autore, la incontra a Roma nel suo elegante appartamento al Flaminio, e ne viene affascinato. Lei ha un alibi, al momento dell’uccisione del marito era in un lussuoso albergo liberty sul lago di Como, ed irretisce Carlo con la sua cultura filosofica: è un’esperta dell’opera di Nietzsche. Ma mentre ci si imbatte nella Milano ricchissima, tra whisky di marca e cachemire costosi, i nostri agenti indagano sulla Milano miserabile, quella dei casermoni vicino a San Siro, le case popolari, dove migliaia di disperati, italiani, calabresi, nordafricani, si litigano tuguri e antri invivibili, senza riscaldamento, meglio che dormire all’addiaccio, e vivono una vita davvero miserabile, tra sfratti, soprusi, occupazioni abusive, violenze domestiche.
Insomma Alessandro Robecchi attraverso la formula del poliziesco ci racconta con ironia, intelligenza, acume, capacità critica un intero universo che fa della Milano odierna un coacervo di contraddizioni, di forti contrasti sociali, di oasi di grande benessere contrapposti ad intere fasce di popolazione ridotta allo stremo. In un bar milanese
“Anche gli avventori, i baristi, le cassiere, i camerieri, non parlano d’altro. Lì nella città modernissima, ‘capitale morale’ e modello per il paese, una cosa così premoderna come mettere un sasso sui morti ammazzati è argomento troppo ghiotto”.
Il libro è pieno di personaggi emblematici del nostro vivere nella contemporaneità: la governante moldava Katrina, angelo custode del signor Carlo a cui cucina manicaretti sofisticati, il personale dell’albergo sul lago, fedele ai ricchissimi clienti, i poliziotti che per 1200 euro mensili si sobbarcano a lavori incessanti e defatiganti, al di là del loro dovere istituzionale, fedeli allo stato e alla giustizia, le numerose famiglie di immigrati che popolano abusivamente interi quartieri mescolandosi ai vecchi milanesi, che vivono con 500 euro di pensione, quasi tutti spesi in medicinali. Uno spaccato sociologico approfondito ed interessante, quello che Alessandro Robecchi mette in scena, che fanno di questo suo terzo romanzo, molto più di un banale poliziesco, un ritratto di Milano molto interessante e spietato:
“È una città cattiva, sapete? Se venite qui portatevi dei soldi!”.
Torto marcio (Le avventure di Carlo Monterossi Vol. 5)
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