Totò. Il principe proletario
- Autore: Giuseppe Palma
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Il 15 aprile del 1967 moriva il grande Totò. Da allora sono trascorsi ben 55 anni, ma il ricordo del Principe è fortunatamente ancora vivo grazie ai suoi film che, ormai da diversi anni, vengono trasmessi la domenica mattina dalla Rai. Quest’anno ricorre anche il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. I due furono profondamente legati da una collaborazione cinematografica nell’ultimo anno e mezzo di vita dell’attore partenopeo. Totò. Il principe proletario (GPM edizioni, 2022), sottolinea l’autore, Giuseppe Palma, non è certamente esaustivo,
"ma ho voluto concentrare la mia analisi sulla figura di Totò come principe proveniente dal sottoproletariato, cioè dalla miseria nera fino alla comoda ricchezza degli ultimi vent’anni di vita, passando dalla sua conclamata generosità ma anche dai tratti più spigolosi e controversi del carattere".
Chi era veramente Totò? Dall’avanspettacolo alla rivista per quel che riguarda il teatro; dall’esordio timido all’enorme fortuna economica per ciò che concerne il cinema. Non a caso Palma ci fa conoscere le cifre degli incassi dei principali film dell’attore partenopeo, rapportando le cifre ai giorni nostri.
Il libro è arricchito da testimonianze di familiari e colleghi, ricercate in pubblicazioni, video e interviste.
Totò raggiungerà il successo in teatro sin dagli inizi degli Anni Trenta (inizierà a guadagnare tanto sin dal 1934-35), ma diverrà veramente ricco solo grazie al cinema, ma non prima della fine degli anni Quaranta/inizio anni Cinquanta, fortuna che lo accompagnerà ininterrottamente fino al 1963.
Un accertamento fiscale nel 1958 lo metterà in ginocchio, per questo sarà costretto, da lì in avanti, a dover continuare a girare molti film ogni anno che spesso non piaceranno neanche a lui.
Negli ultimi diciotto mesi di vita, dopo oltre quindici anni in cui i critici cinematografici lo avevano massacrato, i film con Pier Paolo Pasolini lo riscatteranno anche per ciò che riguarda la critica (per Uccellacci e uccellini vincerà il Nastro d’Argento come miglior attore protagonista e una menzione di merito al Festival di Cannes).
Conclude l’autore:
"La marionetta snodata erede di Pulcinella ha certamente una carta d’identità differente rispetto al Felice Sciosciammocca di Scarpetta; essa si staglia in una cornice antica e moderna al tempo stesso: maschera nuova di radici lontane ma anche volto che riassume le sofferenze dell’Umanità in una cornice – se vogliamo definirla così – neorealistica".
Libro poetico. Consigliato!
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