Trama e ordito di Michele Rocchetta

Michele Rocchetta approda in libreria con un nuovo romanzo storico intitolato Trama e ordito. Intrigo a Bologna tra torri, canali e veli di seta, edito da Damster edizioni. Un giallo che assume immediatamente le sembianze di un romanzo storico, ambientato nella fascinosa Bologna di altri tempi, di sicuro interesse letterario.

L’epoca di cui si va parlando è il 1529 dove “a Bologna il re Carlo V e Clemente VII cercano un accordo per porre fine allo stato di guerra che affligge da decenni l’Italia.” I tempi sono particolari e molto bui, caratterizzati da una pericolosità sottile che può mettere in serio pericolo le vite degli umani che la stanno vivendo, e molto male:

Se i due Potenti non si fossero messi d’accordo in fretta tutta l’economia cittadina avrebbe rischiato di andare in crisi. Ed era più vero che Bologna era la seconda città del Papato, ma non poteva permettersi di mantenere gli stravizi di un Santo Padre e di un Imperatore, oltre a tutti i seguiti, per troppo tempo. Per meglio dire, non è che i denari non ci fossero, tra Savena e Canale di Reno, solo che stavano ben piantati dentro le tasche dei mercanti e proprietari di filanda. Tirarli fuori non sarebbe stato facile né indolore.

In questo periodo vive una condizione in bilico un noto faccendiere bolognese di nome Domenico, a cui viene fatta una pericolosa proposta che potrebbe cambiare non soltanto la sua vita, ma anche quella di molte persone disagiate; si legge infatti che

“Un ricco soldato spagnolo gli propone di portare a termine l’azione più pericolosa contro la Città: organizzare una squadra per trasferire il segreto del mulino da seta alla bolognese fuori dai confini.”

Il problema è che un’azione di questo tipo ha un rischio elevato: per chi commette una simile azione la pena prevista, una volta scoperto, è la pena di morte! Riuscirà il prode Domenico ad organizzare una squadra che metta in atto una simile proposta? Riuscirà nel suo intento oppure il Male avrà ancora una volta la meglio?

Trama e ordito è un giallo storico di sicuro impatto emozionale, un viaggio nel tempo che incuriosisce e attrae, a cominciare, ad esempio, dalla spiegazione in che cosa consta il lavoro al filatoio e la sua insita complessità:

Negli anni dell’impresa ho avuto diversi problemi con le maestranze. Litigi, scontri e bisticci. Il mio ruolo è delicato, il buon lavoro al filatoio dipende da quello che decido in prima persona. Devo prevenire i problemi e mantenere la produzione. Rispettare gli ordini e i tempi. Così, con i lavoranti devo usare il bastone e la carota. Più spesso il bastone, perché la carota può essere scambiata per debolezza, e quando ti mostri debole, gli altri se ne approfittano.

Per non parlare dell’afflato magico rappresentato dall’industria della seta di allora e della sua importanza intrinseca:

La grande quantità di alberi di gelso dava la misura diretta di quanto l’industria della seta impattasse sulla città e su tutto il territorio circostante. Dentro le mura cittadine potevi solo intuire la presenza dei mulini e dei telai meccanici, i quali, mossi dalle ruote idrauliche, erano nascosti. Tutto il complesso produttivo era celato tra le mura degli opifici dove i grandi macchinari occupavano diversi piani, da terra a tetto. Nel ventre di questi edifici, dove si produceva e si viveva al tempo stesso, l’acqua passava dalla fitta rete di chiaviche ai chiavi cotti, andando a riempire i cassetti delle ruote dei mulini, che facevano muovere tutto il complesso meccanismo sovrastante. Tutto era nascosto, tutto invisibile dall’esterno.

Il romanzo in definitiva è il racconto di un viaggio nel tempo descritto con perizia di metodo e spessore narrativo. La lettura è consigliata a chi predilige il romanzo storico e le sue caratteristiche precipue, scritto con un linguaggio preciso e di ricerca.