Testimoniare per non dimenticare. Il 27 gennaio 1945 il campo di concentramento di Auschwitz venne liberato dalle truppe dell’Armata Rossa. Questa data significativa è stata scelta per celebrare ogni anno la ricorrenza internazionale del Giorno della Memoria. Abbiamo, perciò, scelto tre libri esemplari che rendono omaggio a tutte le vittime dell’Olocausto: “Il farmacista del ghetto di Cracovia” (UTET, 2016, titolo originale The Krakow Ghetto Pharmacy, traduzione di Irene Picchianti, pp. 276, euro 16,00) di Tadeus Pankiewicz; “Il nascondiglio” (Sellerio, 2017, titolo originale La cache, traduzione di Marina Di Leo pp. 288, euro 16,00) di Christophe Boltanski; “Diari a confronto. Anna Frank. Etty Hillesum” (Ancora Libri, 2017, pp. 192, euro 16,00, traduzione dai diari di Stefano Musilli) di Enzo Romeo.
“Il farmacista del ghetto di Cracovia”
Tadeus Pankiewicz, farmacista polacco di religione cattolica nato a Sambor nel 1908, a 25 anni apre la sua piccola bottega in un quartiere periferico di Cracovia, quello che solo otto anni più tardi sarebbe diventato il ghetto ebraico. Contro ogni previsione e contro ogni logica di sopravvivenza, decide di rimanere e di tenere aperta la sua farmacia, resistendo con tenacia ai diversi tentativi di sgombero e agli ordini perentori di chiusura e trasferimento. Una resistenza muta, che continuerà anche quando il ghetto verrà diviso in due e i suoi abitanti saranno in gran parte deportati al lager di Bełżec prima e al Campo di concentramento di Kraków-Plaszów e a quello di sterminio di Birkenau poi. Testimone inevitabilmente coinvolto ed estraneo allo stesso tempo degli eventi che stravolsero la vita del suo quartiere negli anni della II Guerra Mondiale, Pankiewicz diventa una figura cardine del ghetto: diventa un fedele cronista dei fatti delle brutalità del nazismo e un silenzioso soccorritore, cercando in tutti i modi di salvare la vita e, quando impossibile, almeno la memoria delle migliaia di ebrei del ghetto di Cracovia. Per il suo valore, Pankiewicz nel 1983 ha ricevuto dall’Istituto Yad Vashem (l’Ente Nazionale per la Memoria della Shoah) il riconoscimento di “Giusto tra le nazioni” e da quello stesso anno la farmacia è diventata parte del museo della Farmacia di Cracovia. Pagina dopo pagina l’autore, scomparso nel 1993, raccoglie le storie di chi ha subito impotente la “soluzione finale” e quelle di chi invece ha provato a reagire: i disperati tentativi di resistenza armata, la ricerca del cianuro di potassio come extrema ratio in caso di cattura, le fughe attraverso le fogne cittadine. Ciò che ne emerge è tutta l’assurdità di un momento storico in cui il capriccio del caso decise il destino di molti, ma anche l’incredibile resilienza degli esseri umani di fronte all’orrore.
“Il nascondiglio”
Nel suo romanzo d’esordio, vincitore del Prix Fémina 2015, l’autore, già giornalista a Libération e poi al Nouvel Observateur, racconta le irresistibili vicissitudini di un eccentrico clan segnato dalla storia del XX secolo. La storia della famiglia Boltanski è quella di un’originale famiglia intellettuale che si è costruita il proprio mondo nello spazio circoscritto di un appartamento parigino sito in rue de Grenelle. Il racconto segue un’insolita struttura, e attraversa ogni stanza della casa collocandovi via via gli eclettici personaggi. A partire dal cortile con la Fiat 500 Lusso si passa alla cucina, allo studio, al bagno, alle camere da letto, fino al luogo clou, “l’entre deux”, il nascondiglio letteralmente incastrato tra le mura, dove il nonno Étienne, ebreo, ha vissuto nascosto per quasi due anni per sfuggire alla deportazione. Per raccontare il vertiginoso collage identitario da cui proviene, un corpo unico dalle membra molteplici, Christophe Boltanski, nato nel 1962, ha interrogato i parenti, grattato nei ricordi d’infanzia, indagato nelle tracce lasciate dagli antenati, redatto uno scrupoloso inventario dell’appartamento. Con grande ironia ne scaturisce l’emozione di una libertà reinventata ogni giorno, un anticonformismo esasperato, nevrotico e creativo, il paradosso di uno spazio chiuso e limitato che contiene invece tutto e tutti.
“Diari a confronto. Anna Frank. Etty Hillesum”
Poco più di due chilometri, una passeggiata lungo il Prinsengracht, il “canale del principe” di Amsterdam. Questa è la breve distanza che divide l’alloggio segreto di Anna Frank e la casa di Etty Hillesum. È qui che s’incrocia la storia di queste due donne straordinarie travolte dagli eventi della II Guerra Mondiale; entrambe ebree e quindi destinate alla deportazione nei campi di concentramento nazisti, entrambe consapevoli della propria sorte, ma decise a vivere fino in fondo il tempo che è loro concesso. Sia Anna sia Etty fissano su un diario la quotidianità della propria esistenza gravata dalla barbarie nazista: pensieri, paure, sensazioni, speranze. Ma ancor più delineano il percorso delle loro anime, affinate ogni giorno dalla prova, dal dolore, dal rischio. Tutto, ogni certezza e ogni aspettativa, è messo in discussione. Si rimane nudi con se stessi, costretti ad andare all’essenza delle cose, dei fatti. Scavando nel pozzo delle risorse interiori, Anna ed Etty preservano però fino all’ultimo uno spazio di libertà e dignità che nessuno può rubare, neppure il più crudele delle SS. Il diario di Etty si ferma al 12 ottobre 1942, prolungato idealmente fino al 7 settembre 1943 con le lettere inviate dal centro di raccolta di Westerbork; quello di Anna termina l’1 agosto 1944. Il libro redatto dall’autore, caporedattore-vaticanista del Tg2, mette a confronto i diari seguendo una traiettoria antologica suddivisa per temi che non risponde a un criterio di completezza dei contenuti, ma vuole offrire delle suggestioni sul pensiero di Anna ed Etty. Nelle loro pagine c’è ironia, buon umore, sforzo di ricerca, attenzione agli altri. C’è soprattutto amore, nel senso più universale del termine. Come sia possibile questo miracolo, è un mistero pari al mistero di Dio, col quale queste due donne assolutamente laiche intrecciano un rapporto singolare e profondo, in proporzione alle rispettive età ed esperienze.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tre libri per il 27 gennaio, Giorno della Memoria
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