Stasera 21 aprile 2023 andrà in onda in prima serata su Rai 3 Tre piani il film del 2021 di Nanni Moretti tratto dal romanzo di Eshkol Nevo.
Si tratta del primo lungometraggio di Moretti basato sull’adattamento di un’opera altrui, in questo caso il fortunato libro dello scrittore israeliano pubblicato in Italia da Neri Pozza.
Come nel bellissimo La stanza del figlio, che vinse la Palma d’oro nel 2001, Moretti torna a focalizzare la macchina da presa sul tema inenarrabile del dolore. Lo fa con un film ad alta tensione emotiva basato su un susseguirsi di eventi incalzanti - il primo, un incidente d’auto, sorprende lo spettatore con un boato già dopo i titoli di apertura - che si alternano ad altrettanti prolungati silenzi carichi di significato.
Il film, presentato con successo a Cannes nel 2021 (fu accolto con una standing ovation di 11 minuti), si avvale di un cast d’eccezione: Margherita Buy, ormai musa d’elezione dei film del regista, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini e lo stesso Nanni Moretti nei panni del giudice Vittorio.
Scopriamone trama, trailer e differenze con il libro.
“Tre piani”: la trama del film di Nanni Moretti
Il film di Moretti, che si ispira liberamente al libro di Nevo, è basato sull’intreccio drammatico delle vicende dei suoi protagonisti. Ad aprire la pellicola è un drammatico incidente d’auto che innesca un susseguirsi di fenomeni a catena toccando le vite degli abitanti di un’elegante palazzina romana in zona Prati. Alla guida dell’auto, che ha investito e ucciso una donna, c’era infatti il giovane figlio dell’illustre magistrato che vive al terzo piano e l’evento suscita un profondo dilemma morale: il ragazzo deve essere punito come vero colpevole, oppure spetta ai genitori - entrambi giudici - la responsabilità di salvarlo dalla galera?
A questo evento cardine se ne sommano altri più piccoli - ma non meno significativi. Tutti i personaggi ci appaiono irrisolti, preda di un groviglio inestricabile di angosce e paure. Al primo piano vive una giovane coppia con una bambina di cinque anni: un giorno la figlia, affidata agli anziani vicini del piano di fronte, si perde in compagnia dell’anziano e il padre sospetta che l’uomo, affetto da un principio di demenza, abbia abusato di lei. Al secondo piano c’è invece una giovane madre in preda alla depressione post-partum, aggravata dall’assenza di un marito sempre in viaggio per lavoro, la donna vede un corvo nero sul tavolo e teme l’avanzare della follia.
Le singole trame si intrecciano tra loro seguendo i fili imprevedibili dei sentimenti: chi è reo e chi è innocente? Risulta davvero difficile definirlo, dal momento che in tutti i personaggi sembra albergare qualcosa di oscuro, di segreto, di indicibile. Sono molte le ombre che Moretti mette in evidenza in un pellicola basata sui non detti, che fa proprio dei silenzi, delle reticenze e dell’incomunicabilità la propria cifra stilistica e narrativa. Infine, dopo un elissi temporale, ritroviamo i protagonisti cinque anni dopo i fatti e scopriamo come (ma soprattutto se) si sono risolte le loro vicende. I legami si disfano e le ferite non si rimarginano, il film di Moretti non vuole essere consolatorio anche se si conclude con un abbraccio.
“Tre piani”: il libro di Eshkol Nevo
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Il romanzo di Nevo, edito da Neri Pozza nel 2017 con la traduzione di Alberto Folin, è ambientato in una palazzina di Tel Aviv e questo ha un peso preponderante nello svolgimento delle vicende, che risentono del contesto storico-sociale di appartenenza. I personaggi hanno, di conseguenza, nomi differenti: al primo piano troviamo Arnon e Ayelet con la piccola Ofri e gli anziani Ruth e Hermann, al secondo la giovane madre Hani, il cui marito è sempre all’estero per lavoro; e al terzo la giudice Dovra che dialoga con il marito defunto attraverso i messaggi della segreteria telefonica.
Muovendosi attraverso continui flashback tra passato e presente, il romanzo di Nevo narra le vicende degli abitanti della palazzina facendo emergere in particolare il tormentato vissuto interiore dei protagonisti. Introspezione che, in parte, è assente nel film di Moretti che si focalizza molto più sui fatti e tralascia il peso del vissuto emotivo.
In entrambe le opere comunque emerge la distanza incolmabile tra apparenza e verità: la borghesia - che sia quella romana di Moretti o quella israeliana di Nevo - appare affetta da questo malessere “dell’apparenza” che la corrode dall’interno, alimentando segretamente la sua psicosi.
Recensione del libro
Tre piani
di Eshkol Nevo
“Tre piani”: il trailer
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Tre piani”: trama e trailer del film stasera in tv
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