Tre uomini in barca (per non parlar del cane) di Jerome K. Jerome

Dire che "Tre uomini in barca" è un classico della letteratura umorista inglese sarebbe troppo riduttivo. Jerome K. Jerome, infatti, piega e plasma il linguaggio a suo piacimento rendendo la lettura del libro un’avventura all’interno dell’avventura. Bastano poche pagine per scoprire che il registro tipico con cui si esprimerebbe un impeccabile medico inglese si trasmorma, come se fosse la cosa più naturale al mondo, nello stile con cui Jerome - il narratore ipocondriaco - elenca con dovuta minuzia tutti i disturbi da cui è afflitto.

Capolavoro della comicità elegante, "Tre uomini in barca" è un libro che non insegna niente a nessuno, proprio come la comicità dovrebbe essere: semplice. I protagonisti (Jerome stesso, George, Harris e Montmorency, il cane) a seguito di una mozione (a cui solo l’avveduto Montorency aveva votato contro) decidono di fare una gita in barca, la progettano, si preparano e la fanno.
Il libro si scioglie alla lettura per la scorrevolezza di tutti i piccoli episodi che costituiscono il racconto, oltreché il viaggio, per l’imprevedibilità delle situazioni e per la leggerezza con cui i protagonisti filosofeggiano sul lavoro e sulla vita ("Amo il lavoro; mi affascina. Posso star seduto a guardarlo"). Costellato qua e là da esilaranti perle di saggezza che non ci si aspetterebbe di trovare in un simile libro, "Tre uomini in barca" abbonda anche di osservazioni psicologiche:

"Avrai tempo per lavorare ma anche per pensare. Avrai tempo per abbeverarti della luce del sole, tempo per ascoltare le musiche eoliche che il vento di Dio suona sulle corde del cuore umano tutt’intorno a noi…"

La comicità traspare in ogni pagina grazie all’osservazione fine dei più semplici incidenti quotidiani e al linguaggio arguto e intelligente dell’autore. La plasticità dei gesti (a pochi anni dalla nascita del cinema), l’eleganza delle analisi del narratore e la precisione delle descrizioni non fanno che migliorare il già squisito sapore di questa lettura.

Nel leggerlo ricordatevi che

«di norma sul fiume il vento è sfavorevole da qualunque parte si vada».