Tre vite
- Autore: Penelope Lively
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
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Non è azzeccato il titolo italiano di questo intenso romanzo della scrittrice inglese Penelope Lively. Quello originale, "Consequences", mi sembra più appropriato per raccontare la storia di tre donne, madre, figlia e nipote nell’Inghilterra tra gli anni ’30 ed oggi, ma soprattutto le conseguenze storiche, psicologiche, di costume, di mentalità che le loro storie hanno prodotto sulla società.
Lorna e Matt si incontrano per caso nel 1935 a Londra. Lui è un incisore del legno, artista in cerca di lavoro e di affermazione, lei proviene dalla upper class londinese ma sta scomoda nella sua famiglia e nel suo ambiente. Il loro matrimonio d’amore li porterà a vivere in un cottage nel Somerset, squallido e spartano, allietato solo dai bellissimi affreschi con cui Matt decora le pareti e dalla nascita della piccola Molly; la favola finisce tragicamente nel 1941, quando Matt viene ucciso a Creta, combattendo contro i Tedeschi, a soli 29 anni. Ecco Molly, che segue a Londra sua madre che accetta di sposare il socio di Matt, lo stampatore Lucas. Ma Lorna muore di parto, dando alla luce Simon. La nuova famiglia di Molly, patrigno e fratello, la faranno crescere forte e serena, e da adulta non accetterà di sposare il facoltoso James, che l’ha resa madre di Ruth. Questa è forse la figura più intensa del lungo romanzo, alla ricerca delle sue radici, del senso della storia, delle conseguenze, apppunto, della coraggiosa scelta matrimoniale di sua nonna Lorna, anticonformista e coraggiosa come sua madre Molly.
Ruth rappresenta una donna dei nostri tempi, combattuta tra autonomia e affermazione professionale, e l’amore e la dedizione per i due figli, dopo la separazione dal marito Peter. In questa dicotomia esistenziale così comune a tante giovani donne, Ruth ricerca qualcosa di più profondo e lontano, il senso delle proprie origini e della propria identità: eccola nel cimitero di Creta, dove ritrova la tomba del giovane che era stato suo nonno, o a Londra in una galleria d’arte, dove rinviene opere rarissime e preziose che Matt aveva inciso negli anni trenta. In un finale circolare, che riparte dall’inizio della storia, Ruth ritrova un futuro e forse la felicità nell’incontro col nuovo proprietario del cottage dei suoi nonni, che ha conservato e restaurato quel luogo mitico, i suoi affreschi, l’atmosfera sospesa come in un sogno. Nel romanzo, costruito narrativamente con notevole maestria, si alternano diverse psicologie femminili, a cui fanno da spalla i personaggi maschili molto ben costruiti: Matt, che rimane l’implicito motore della storia malgrado la sua morte precoce; Lucas, l’amico di sempre; James, il padre consapevole; Sam il compagno ideale.
Bello, commovente, ricco di tanti spunti questo libro che ci accompagna lungo il 900 e la sua tormentata storia politica e sociale.
Tre vite
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