Trilogia della città di K
- Autore: Agota Kristof
- Categoria: Narrativa Straniera
Ambientato in un paese dell’est europeo, durante tutta la trilogia si respira un’atmosfera cupa ed inquietante. Protagonisti una coppia di gemelli le cui vicende si intrecciano tra eventi e persone realmente esistite e la schizofrenia visionaria riportata su un manoscritto che fa da filo conduttore.
‘Il grande quaderno’: due gemelli di circa dieci anni vengono affidati alla nonna da una madre in fuga. Sono i tempi durissimi della guerra. I due bambini che vivono e si comportano come fossero un’unica persona, si adattano a vivere nelle terribili condizioni in cui vive la vecchia, accettando tutto con uno spirito di rassegnazione tale da renderli quasi disumani. Le vicende vissute dai gemelli vengono annotate dagli stessi su un grande quaderno, vicende personali aberranti, viste però con occhi di bambino, ulteriormente intristite dagli eventi feroci della guerra e dell’olocausto.
‘La prova’: uno dei due gemelli ormai quindicenne, Lucas, vede andar via il fratello attraverso il confine minato del suo paese verso una terra libera. Sono i tempi della dittatura e della separazione. La sua vita si svolgerà in attesa del ritorno del fratello, intrecciando nel frattempo relazioni con personaggi dai toni surreali. La sua sarà una vita sospesa, in attesa che accada qualcosa. Così come sospesa sembra la vita del suo paese, soggetto ad una dura dittatura che porta alienazione e sconforto. All’età di trent’anni Lucas sparisce e d’incanto ritorna Claus alla ricerca del fratello.
‘La terza menzogna’: viene raccontata la storia dei due gemelli, separati in tenera età a causa di un tragico evento accaduto alla propria famiglia, durante il quale Lucas viene accidentalmente ferito e successivamente inviato ad un centro di riabilitazione. Dunque la vera causa di separazione dei due.
Più tardi, Claus cercherà Lucas e Lucas cercherà Claus, che ad un certo punto diventa Klaus (noto scrittore che si firma in realtà Klaus Lucas T.), il quale non appena rintracciato dal fratello ormai cinquantenne, nega ogni evidente parentela. Ma in realtà il bambino abbandonato nel centro di riabilitazione che racconta la propria storia si chiama Klaus, e più tardi sarà lo stesso Klaus a ricevere Lucas che risulta essere il figlio ferito e dimenticato in un centro di riabilitazione, dove le vicende della guerra ne disperdono le tracce... La storia avrà un epilogo inevitabile e tristissimo.
Un libro amaro, da alcuni definito una favola nera, dove i mali umani scaturiscono da una solitudine estrema, scritto con un impeto di verità dolorosa. Dai toni surreali nonostante il realismo delle eventi storici che accompagnano la vicenda dei gemelli (o dell’unico protagonista affetto da dualismo) tra verità e menzogna. Insomma una storia nella quale non si capisce dove finisca la verità e dove inizi l’invenzione, e dove forse la realtà è peggiore della menzogna.
Agota Kristof è una poetessa nera, dal linguaggio schietto e dalle frasi sincopate come pugnalate, periodi spezzati da punti che con la stessa assiduità spezzano le speranze del lettore nel trovare un riscatto ad una storia maledetta che si svolge in un contesto storico altrettanto feroce. Bravissima nel renderci il realismo della guerra e delle feroci dittature, nonché le conseguenti alienazioni umane che sembrano assumere, nei suoi personaggi, la caratteristica dell’irrecuperabile perdita della propria identità.
Trilogia della città di K. Il grande quaderno-La prova-La terza menzogna
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