Trilogia di New York
- Autore: Paul Auster
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: Einaudi
Questo libro di Paul Auster contiene tre storie (Città di Vetro, Fantasmi e La stanza chiusa) che in comune hanno un mistero da risolvere e un detective, un investigatore privato che agisce in prima linea per arrivare a capo del groviglio.
In Città di Vetro abbiamo il protagonista Quinn, scrittore di detective stories con una ferita ancora troppo fresca, che vive sotto pseudonimo e arriva ad annientare sé stesso desiderando di vivere la vita del protagonista delle sue storie. Quinn riceve una telefonata da un uomo che sbaglia numero e lo crede un investigatore privato: per Quinn è il momento giusto per dare una svolta alla piattezza della sua vita e vivere per la prima volta in prima persona una avventura degna delle detective stories che lui stesso scrive. Sarà però l’inizio di un viaggio introspettivo, un buco nero entro il quale verrà risucchiato e lo farà uscire totalmente diverso.
La seconda storia, Fantasmi, racconta di un detective di professione, Blue, che su commissione di White deve spiare un uomo, Black. Il lavoro però si rivelerà difficile e lungo e spiando l’uomo Blue imparerà a conoscere sé stesso, vedendosi specchiato nell’uomo che egli stesso sta spiando e arrivando a percepire che forse anche lui è spiato a sua volta. Ne esce quindi, anche in questo racconto, una riflessione introspettiva celata sotto le spoglie di una detective story.
L’ultimo racconto, a mio avviso il più riuscito, La stanza chiusa, chiude il cerchio. E’ la storia di un uomo che si trova a dover gestire le opere scritte da un amico d’infanzia e decidere se pubblicarle o meno. Sarà la moglie dell’amico d’infanzia a contattarlo e l’uomo si troverà a vivere la vita dell’amico desiderando al contempo di liberarsi di lui, dalla sua influenza nella sua vita (pur se ora scomparso) e dall’ombra che sembra incombere sempre su di lui.
Queste storie hanno in comune la location (New York), solenne spettatrice di queste scoperte che altro non sono che il pretesto per indagare dentro sé stessi. Aspettarsi una raccolta di storie poliziesche è un errore, perchè la storia poliziesca funge da pretesto per indagare dentro i lati più sordidi e nascosti dell’animo umano, le paure più recondite, come la paura di accettare un passato che fa paura, la piattezza di una vita priva di senso, la scarsa conoscenza di sé stessi che porta a doversi scontrare con gli altri per poter vedere dentro di sé, l’ossessione che porta alla pazzia. E’ un percorso che parte da un evento (l’incarico di detective), un coinvolgimento, una realtà e il totale assorbimento in essa (fino a tragici epiloghi) oppure il punto di svolta. I finali sono aperti, come aperta l’interpetazione delle storie, non esiste una verità ermeneutica assoluta, e ce lo dice l’autore stesso:
"tutta la storia si restringe al suo epilogo e se ora quell’epilogo non lo avessi dentro di me, non avrei potuto iniziare questo libro: Lo stesso vale per i due che lo precedono, Città di vetro e Fantasmi. In sostanza le tre storie sono una storia sola, ma ognuna rappresenta un mio diverso stadio della consapevolezza di essa".
E’ un lavoro di introspezione pura e interpretazione, l’occhio del detective (detective eye) indaga dentro sé stesso (detective I), dentro l’animo umano così oscuro e misterioso e, una volta arrivati a fondo, si è pronti per stracciare le pagine malscritte del passato, in un’operazione di tabula rasa, ricominciando una nuova vita.
Trilogia di New York
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