Trionfo d’amore. Breve storia del fotoromanzo
- Autore: Aldo Dalla Vecchia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
“A chi, come me, è convinto che sia la vita a ispirarsi ai fotoromanzi, e non il contrario."
In un’Italia piena di speranza che voleva lasciarsi alle spalle anni di guerra e di fame, in un’Italia allora sognatrice che si adoperava per la ripresa della vita, dei sentimenti nella gran voglia di dimenticare, il fotoromanzo è stato una delle più importanti forme espressive della metà del Novecento. Lo celebra nel suo Trionfo d’amore. Breve storia del fotoromanzo, edito Graphe.it (2021), lo scrittore Aldo Dalla Vecchia, autore televisivo e giornalista, collaboratore del “Corriere della Sera”, “Epoca”, “Sorrisi e Canzoni”, che ha al suo attivo vari libri dedicati al mondo dello spettacolo.
Con le appassionate storie d’amore e gli sguardi languidi dei bellissimi protagonisti, il fotoromanzo ha la sua primigenia italiana: il numero uno di Gran Hotel risale al secondo dopoguerra e uscì nelle edicole il 26 luglio del 1946, poco dopo che gli italiani erano andati a votare scegliendo la Repubblica, con un racconto a puntate della scrittrice Wanda Bontà. Trovò subito il suo posto d’onore e andò esaurito. In ristampa più volte, in pochi mesi la rivista, nata da un’intuizione geniale, divenne un fenomeno editoriale gigantesco che portò alla nascita di altre riviste dai nomi pieni di fascino, tra le quali Sogno, pubblicato dalla Lancio, una famosa agenzia pubblicitaria presente sul mercato già durante il fascismo. Ancora oggi, dopo più di cinquant’anni, se ne discute difatti nelle tesi di laurea, negli studi storici, nei saggi.
Dai cineromanzi ai fotoromanzi in un passo a dir poco veloce, con interpreti d’eccezione, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Vittorio Gassman e tanti altri, il fotoromanzo divenne in men che non si dica una grande fabbrica di divi fino ai primi anni Ottanta. E non solo storie d’amore, ma anche di investigazioni con tanto di suspense. Uno dei volti più famosi è tato Franco Gasparri nel ruolo di Ken Rogers, in coppia con la bellissima Claudia Rivelli. Anche le sceneggiature nel tempo cambiarono, dalle opere classiche Il conte di Montecristo, Le due orfanelle, alle quali ci si ispirava agli albori, ai richiami successivi delle tematiche del presente, come il lavoro, la maternità, con firme davvero d’eccezione, una tra tutti Cesare Zavattini. E gli attori una volta famosissimi vennero poi ricercati tra i volti nuovi, interpreti moderni delle dinamiche del tempo. Anche con gli anni della televisione, con il solo canale in bianco e nero, da Lascia o raddoppia con Mike Bongiorno (già famoso come attore dei fotoromanzi) all’Italia felliniana, dal delitto Mattei all’omicidio Moro, da Fanfani e Berlinguer in un Paese diviso tra borghesia e classe operaia, il fotoromanzo entrava nelle case non solo a far sognare le donne, ma per molte di loro uno strumento per predisporsi ai cambiamenti sociali e politici del tempo.
Non tollerato dalla Democrazia Cristiana e non approvato nei suoi contenuti dal Partito Comunista Italiano, il fotoromanzo era sempre accanto alle proprie lettrici, lettori, per la sua capacità di penetrazione nella società italiana. È stato uno dei valenti settori nella storia della nostra dell’editoria, che insieme ai romanzi rosa fece storcere il naso non solo agli intellettuali italiani ma anche a quelli più vicini a noi, i francesi.
Ho ricordi pieni di emozioni di quando le riviste dei fotoromanzi vennero introdotte in casa mia: mia sorella più piccola aveva problemi di apprendimento nella lettura e comprensione della lingua e mia madre, insegnante elementare, iniziò a mostrarle il fotoromanzo con le immagini fotografiche e le nuvole di parole.
Sognare l’amore, immaginarlo con la sola fantasia ha sancito l’epoca d’oro del fotoromanzo fino agli anni Ottanta, quando avrà nel piccolo schermo “un nemico pericolosissimo” prodotto in Brasile e Argentina, le telenovelas. I suoi elementi classici, “la serialità, la capacità di rivolgersi ad un pubblico molto ampio, le storie piene di intrecci inauditi e colpi di scena senza fine”, scrive l’autore, lo faranno considerare “un nobile” tra la produzione letteraria rosa.
Una piacevolissima lettura è Trionfo d’amore, un interessante e approfondito studio sull’osservazione della natura storica del fotoromanzo e sul successo di una narrazione editoriale senza alcun precedente. Consigliato!
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