Troppa importanza all’amore di Valeria Parrella

Valeria Parrella si smarca dalle sue storie napoletane, diventa apolide e se non si sono letti i suoi precedenti romanzi si fa anche fatica a inquadrarla in un contesto regionale.
In Troppa importanza all’amore, otto meravigliosi racconti della scrittrice napoletana narrano i dubbi sull’amore, l’amore per i figli e le malattie incurabili del cuore e del corpo. Questi racconti dimostrano quanto il disincanto e un leggero pessimismo siano sottotrame di storie banali o eccezionali.

In Behave siamo addirittura a Liverpool, in una famiglia proletaria, marito marinaio, una moglie Jude e un figlio autistico di trentacinque anni.
Il marinaio si fa forza sulla moglie, non lo lasceremo solo, quando moriremo dovremo dare a lui gli strumenti per vivere al meglio.

Nel frattempo il figlio, Brandon, aspetta la sua pinta di birra al Behave, sempre in piedi, perché si fa rubare i posti senza fiatare. Non ha fretta, gli piace stare in quel locale, a Liverpool piove sempre, le zaffate di vento freddo sono consuetudine.
Poi potrebbe arrivare il padre con i suoi marinai e il pescato, sempre poco.

Ne Gli esposti, una badessa vive la sua clausura da venti anni, ne ha quaranta, la chiamata è arrivata per caso. Bella ragazza, si innamorava con facilità, docile, sempre positiva alla vita, finché non arriva il vero fidanzato, Gesù Cristo.
Quando pensa a lui la ragazza ha le farfalle nello stomaco, uno struggimento, un vero innamoramento.
Si dedica solo a lui per tanto tempo, ricordando in modo sfiorito la vita precedente da studentessa.
Proprio quando non si aspetta scossoni o novità, arriva dalle suore una donna in condizioni di indigenza assoluta, incinta di nove mesi. La badessa fa nascere il bimbo, la madre assolutamente non sa chi è il padre e se lo tiene come un piccolo angelo. La donna straniera fugge, lasciando il figlio alla suora, che farà un’azione irrevocabile per divenire mamma di una cosa viva.

Poi racconti brevissimi, di coppie poco amalgamate, di gente infelice, di amanti trascurati e un monologo di un’adolescente ai genitori in cui rivela che sa che entrambi si tradiscono.

Troppa importanza all’amore è l’epilogo, un sentimento a volte sciocco o venato di amarezza.
Valeria Parrella con i racconti si acquieta, non ha lo stress della storia lunga articolata, con subordinate e troppi personaggi.
Ammette che il racconto è una cosa modernissima: ne leggi quindici pagine, lo finisci e fai altro nella giornata.
Libro prezioso.