Tutta la vita che posso
- Autore: Elisabetta Pieragostini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2024
In Tutta la vita che posso l’autrice tratta un tema drammatico per noi donne, il tradimento e l’abbandono, descritto e narrato spesso in letteratura da Catherine Dunne in La metà di niente a Elena Ferrante in I giorni dell’abbandono: il racconto di un dolore che sembra non finire mai.
Elisabetta Pieragostini torna in libreria con la storia di Giulia, la sua sofferenza e la sua rinascita. Il ricordo di come era, una donna indipendente, avventurosa e scintillante che aveva amato fino allo sfinimento striderà con “la fregatura più grande presa in amore”.
La scrittrice imprenditrice marchigiana è sostenitrice di un futuro morale ed etico tra industria e società, e crede fortemente nell’idea di una società umanocentrica capace di unire letteratura e industria contemporanea alle esigenze dell’universo lavorativo femminile e nel benessere del nostro pianeta.
In Tutta la vita che posso (Giraldi Editore, 2024) la protagonista supererà la separazione vivendo esperienze di condivisione e di cambiamento con donne bisognose di una rinascita proprio come lei, prestando fede nella forza delle donne.
Giulia non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata tradita dopo così tanti anni di passione reciproca. Si svegliava sudata con il cuore in gola al mattino presto, con gli occhi spalancati sulla sua nuova realtà:
Il letto vuoto e un principe azzurro da dimenticare.
Si era innamorata di Edoardo ai tempi dell’università e la loro era stata un’intensa storia d’amore. Lui giornalista e lei un’imprenditrice nel settore della moda; aveva paura dei cani, anche quelli di peluche; amava cucinare e pensava, forse, che l’unica via di uscita per potersi salvare da una depressione imminente era andare in terapia. Aveva smesso di sorridere anche quando in redazione tra i suoi collaboratori non riusciva a tenere fuori la porta i suoi problemi, divenendo una donna insopportabile. Si addormentava tardi e in casa era diventata il fantasma di sé stessa, tutto era trascurato anche i sacchi della spazzatura giacevano a terra uno vicino all’altro perché non c’era nessuno che li portasse fuori.
Sono rimasta sola, ci rimarrò per tutti i giorni della mia vita, la mia vita è diventata un doppiofondo, o forse lo è sempre stata...
Pensava e ripensava a quanto ancora avrebbe sofferto, mentre in strada,“Milano poi non dorme mai”, tutto era addobbato per le feste di Natale.
Era una fatica mettersi il cuore in pace, pensare a Edoardo tra le braccia di un’altra, mentre era ancora viva la speranza di tornare da lui. Invece non ci sarebbe stata nessuna via di ritorno: Giulia doveva comprendere che la fine di una relazione non era un fallimento, ma solo un cambiamento.
Ci siamo divisi prima i corpi, non ci cercavamo più, così abbiamo diviso le mani, due ciascuno, le gambe, altre due ognuno, gli occhi e così via. Poi ci siamo divisi i libri, i dischi, i vestiti, i regali...ma i ricordi si possono dividere?
E senza accorgersene la rinascita in lei mostrerà i primi segnali. L’incontro inatteso e sorprendente con la signora Angela, l’insegnante d’italiano rimasta sola nella vita dopo aver perso in mare il suo grande amore durante una missione. Il resto della vita lo aveva trascorso da sola, per onorare quell’uomo bello, forte e giovane. E poi l’incontro con Beatrice che la porterà a conoscere alcune detenute del carcere di Milano. Silenziose e titubanti si faranno avanti per partecipare ad una esperienza che le renderà visibili: progettare una rivista di moda all’interno del penitenziario. Le donne insieme sono capaci di grandi cose e Giulia lo aveva capito.
Vivere è imparare anche a riconoscere le sofferenze, ad ammetterle, accoglierle e a lasciare che anche gli altri ti aiutino e si occupino di te senza voler essere sempre una supereroina che non ha bisogno di niente.
Dopo aver mollato tutto, senza ignorare il dolore e la tristezza, Giulia aveva ricominciato da capo, si era fatta coraggio e per quanto fosse stata spaventata dalle mancanze, dagli eventi, aveva ripreso ad avere tra le mani il suo destino, con tutta la vita che poteva.
Ogni storia d’amore è una storia d’amore, anche quella in frantumi. Una delle funzioni della letteratura è quella di rappresentare le passioni, di narrare il tema dell’amore, e in questo romanzo la scrittura dei sentimenti pone in evidenza, nelle riflessioni e nei suoi proponimenti, le disparità di genere nella nostra società, per tracciare nuove vie da perseguire, nelle quali sentirsi incluse.
Tutta la vita che posso. Se avessi fatto scelte differenti e non avessi mai aperto quel dannato messaggio?
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