Tutta questa vita
- Autore: Raffaella Romagnolo
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2013
Le citazioni che introducono il nuovo romanzo “Tutta questa vita” di Raffaella Romagnolo, tratte dagli scritti di Giuseppe Pontiggia e di Julian Barnes, così dicono: “Ma l’amore è importante!” e “Sì, certo, eravamo presuntuosi, se no a che serve esser giovani?” e danno già un’indicazione delle tematiche attraverso cui ruotano le vicende di questo libro.
Paoletta De Giorgi è una ragazza di quasi sedici anni, anzi, per esser precisi, le mancano tre mesi a compierli: aprile, maggio e giugno che sono anche le tre parti in cui è divisa la narrazione. La protagonista, di ricca famiglia, si trova ad avere a che fare, però, come altre ragazze della sua età, con problemi di carattere personale che le rendono la vita decisamente meno dorata. La narrazione ha inizio con l’immagine che Paoletta ha di sé:
“Io sono brutta. E’ la verità e la verità non si discute. Non che non abbia qualità: per esempio non sono vigliacca, non cerco scorciatoie, so affrontare la realtà. E la realtà è che sono brutta. Inguardabile. Orrenda. In assoluto, non solo in confronto alle ragazze che conosco”.
A diminuire la sua già scarsa autostima partecipano anche alcuni compagni di scuola, rimasti sconosciuti, che su facebook le fanno un feroce scherzo. Paoletta fatica a riprendersi dalla brutta esperienza e a ritornare in quel mondo dorato in cui è cresciuta, dove regna il buon gusto, dove si è scelto di chiamarla con un nome classico, non pacchiano come quello di alcuni compagni di classe tra cui spiccano
“...una Selene, una Pamela, un Tomas senza acca, un Jonathan con l’acca, una Gessica con la g, una Marika con la K e persino una Luana”.
Grande amore di Paoletta è Richi, suo fratello minore, debole, indifeso poiché, in seguito a una paralisi cerebrale infantile, fatica a muoversi e dipende in gran parte dagli altri. Eppure Paoletta lo ama e lo vede come un qualunque fratello con cui discutere e anche confidarsi. Lui le tiene compagnia nelle sue passeggiate quotidiane durante le quali lei, spingendo la sua sedia a rotelle a passo veloce, dovrebbe consumare calorie e diminuire quel famoso “indice di massa corporea” che è, per mamma, un po’ troppo alto. Durante le passeggiate, Paoletta e Richi non si dirigono però, come su consiglio di mamma e nonna, verso la zona residenziale più elegante, costruita dalla famiglia della protagonista, bensì verso il villaggio “Le Margherite”, il quartiere popolare edificato, comunque, dalla stessa impresa. Anche lì abitano brave persone e, inoltre, Paoletta è guidata dal desiderio di libertà nonché dai sentimenti. In uno di quei caseggiati abita Antonio, di due anni più grande di lei. E’ un bravo ragazzo, studioso e bello per di più. Richi effettua quelle uscite volentieri anche perché trova nel fratello di Antonio un amico con cui trascorrere ore piacevoli, possibilità, a volte, tristemente negata ai ragazzi con disabilità. Questo è solo l’inizio della storia in cui emergeranno fatti che non fanno onore alla conosciuta e rispettabile famiglia De Giorgi e che coinvolgeranno anche parte della comunità che in quei luoghi risiede e lavora.
Paoletta, determinata, pulita, cerca di farsi coraggio anche nei periodi più duri. Momenti di pianto e scoramento si alternano ad altri in cui la protagonista mostra un ardire che è davvero tipico dei giovani, ma è anche quello delle eroine dei romanzi classici che lei legge volentieri. Le vicende, frammiste a tante difficoltà, la conducono all’essenza della vita - l’amore, non solo quello fraterno - e la aiutano a crescere e maturare.
Con Tutta questa vita (Piemme, 2013), Raffaella Romagnolo si discosta dalle sue precedenti pubblicazioni. Lo stile con cui il romanzo è scritto differisce da quello degli altri libri ma è assai consono al lessico adolescenziale privo, però, di espressioni inadeguate o poco piacevoli. Pagina dopo pagina l’autrice ci presenta personaggi e situazioni, purtroppo, a volte, non così lontani dalla realtà e lo fa con un linguaggio preciso, puntuale. In questo romanzo di formazione, la scrittrice affronta le tematiche del periodo critico dell’adolescenza, dell’amore nei suoi vari aspetti, della diversità verso la quale non usa una pietas mortificante; racconta tutto questo in maniera profonda, ma allo stesso tempo lieve che valorizza l’intero romanzo e impedisce al lettore di non leggerlo d’un fiato.
Tutta questa vita
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