Tutte le facce di Firenze di Mirko Tondi (a cura)

Firenze è una cartolina oltre la cartolina. È un must urbano. La reiterazione del bello in sé. Firenze è uno stereotipo che non stanca: il centro storico conquistato da turisti e studenti, le botteghe artigiane che l’hanno spuntata sulla storia, il ponte vecchio, Alighieri, la ribollita, il dialetto, e persino la squadra di calcio della Fiorentina. Firenze è popolana e aristocratica al contempo, la inquadri da angoli diversi e non ti sbagli, ciascuno è un punto di vista. E un perché.

Il libro collettivo che segnalo nella fattispecie si intitola “Tutte le facce di Firenze” (Edizioni Il Foglio, 2017), non per caso. Si tratta infatti di un libro fratto. Articolato, cangiante, legato al filo rosso della città. Un libro di storie, tracce, spunti, ricordi, respiri, racconti di e su Firenze, che poggia sui contributi narrativi provenienti dai laboratori di scrittura di Mirko Tondi, cui si deve la curatela.

Il punto di contatto tra i toni giocoforza differenti delle storie (26, se ho contato bene) è rintracciabile nei contrasti (in senso quasi pittorico, più che di antinomia) di una capoluogo un po’ austero, un po’ alla moda, aristocratico e di strada. Una città irripetibile, in fondo uguale soltanto a se stessa. Come scrive Mirko Tondi, presentando il volume, trattasi di una città:

“screziata, persino cangiante a seconda di dove e come la guardi. Stesso discorso per i racconti che troverete qui. Storie in grado di rendere conto delle tante sfaccettature che Firenze possiede. Qualcuno ha scelto la soluzione autobiografica. Guidato dai ricordi, qualcun altro la strada della finzione, lasciandosi andare all’invenzione più pura”.

Se c’è qualcosa che a questo libro manca sono, insomma, i toni stucchevoli dell’apologia, la finta esaltazione da guida turistica. Certo Firenze non ne aveva bisogno, e la buona scrittura nemmeno.