Tutti i bambini perduti
- Autore: Kate Atkinson
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2017
Fermi tutti, è in libreria il quarto titolo della serie Brodie. Il nuovo romanzo della scrittrice britannica Kate Atkinson è “Tutti i bambini perduti” (Marsilio, 2017, pp. 432, euro 18,50), una storia di maternità e di paternità giuste o sbagliate, anomale o rubate. Di affetti cercati e di affetti negati. Di quello che dovrebbe essere e non è. Di quello che è e che non dovrebbe essere.
In vita sua, in cinquant’anni e più, Tracy non ha mai commesso un reato. Lo ha fatto adesso, ha comprato per amore una bambina, al supermercato (si avrà una spiegazione più avanti). Un gesto d’impulso, dettato dal suo cuore grande, grosso e solitario. L’ha sottratta al destino difficile al quale la stavano avviando un ritardo psichico e la madre balorda che la trascinava con sé come un pacco. Adozione di fatto, su due piedi. Arbitraria. Senza uno straccio di documento, di atto ufficiale.
Nel 1975, Tracy Waterhouse era una giovane agente di polizia, robusta e sgraziata, fresca di tirocinio, ancora una pivella, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Nonostante l’insistenza degli insegnanti perché proseguisse gli studi, aveva deciso di frequentare un corso di stenodattilografia e a quindici anni si era impiegata in un’azienda di confezioni. Due anni dopo, svolta a 360 gradi, con l’arruolamento in polizia ed ora (sempre nel 1975) le sue tozze ginocchia da terzino e un collega anziano l’avevano condotta in un caseggiato fatiscente, davanti alla porta di un appartamento, dal quale fuoriesce un tanfo orribile, non meno della scena che si aprirà agli occhi dei due agenti, varcato l’ingresso.
Una trentina d’anni dopo, ha passato la cinquantina ma continua a godere la fama della dura e insensibile che si era meritata nella West Yorkshire Police (oltre che lesbica, cosa su cui tutti sembrano concordare). Nessuno vede la donna dolce e morbida che c‘è sotto quella corteccia impenetrabile.
Era stata promossa commissario, ma si era congedata ed ora dirige la sicurezza del Marson Centre, un grande centro commerciale di Leeds. La Gran Bretagna è la capitale del taccheggio. Più di due miliardi di sterline vanno persi ogni anno dalle aziende per furti di clienti.
Quella Kelly Cross l’ha sempre insospettita. Prostituta, tossica, con tanti figli e almeno quelli affidati ai servizi sociali se la cavano, ma gli altri, nelle sue mani… l’ha vista trascinare nei corridoi dell’ipermercato una bambina urlante, in lacrime, con un grumo di muco verde gocciolante dal naso. Può avere tre, quattro anni.
Tremila sterline a quella donna secca e Courtney è di Tracy, in un niente. Da questo momento comincia la fuga.
Sempre in “Tutti i bambini perduti”, una donna contatta dall’Australia Jackson Brodie, investigatore privato, ex soldato e poliziotto, originario dello Yorkshire, un altro duro dal cuore d’oro. L’infanzia tragica lo ha reso ipersensibile. Attrae casi disperati e persone ancora più disperate.
Ha una figlia teenager ribelle e un piccolino sopravvenuto strada facendo. Costruire un rapporto con loro è tutt’altro che facile.
Dall’altro capo del mondo, una certa Hope lo incarica di una ricerca particolare: deve accertare le origini della stessa committente dell’incarico. Lei non ha mai avuto documenti d’identità.
Si parla anche di una donna trovata morta in casa, nel 1975, con un bambino accanto, rimasto tanto tempo senza assistenza in compagnia del cadavere. Quel piccolo, però, era sparito poco dopo.
Compare anche un’attrice anziana, Tilly Squires, con qualche accenno di Alzheimer.
Come si vede, ci sono più livelli temporali e diversi personaggi. Quali saranno i legami tra loro? Lo stesso romanzo diventa un’indagine e gli investigatori sono i lettori stessi. Si domanderanno il perché delle prime pagine, dedicate all’irruzione di Tracy, giovane poliziotta taglia forte, in un appartamento dove si è consumato l’orrore.
Non è però un giallo tradizionale, un poliziesco e basta. È diversamente thriller, visto che si muove pur sempre in ambiente legal, ma il cuore della storia diventa proprio il cuore, la sede ideale dei sentimenti. È un romanzo di lettura piacevole, per lo stile ricco, elegante, mai lento di Kate Atkinson (ottima la traduzione di Alda Arduini). Invidiabile la maestria con cui l’autrice inglese tratteggia il ritratto dei personaggi. Basta prendere Tracy Waterhouse, visto che di Brodie già si sapeva, considerato che si tratta del protagonista di una quadrilogia.
Nata a York, nel 1951, Kate Atkinson vive a Edimburgo. È considerata una delle migliori scrittrici britanniche e dal 2011 è membro dell’Ordine dell’Impero Britannico per meriti letterari. La serie Jackson Brodie circola in ventotto Paesi del mondo ed è anche una fiction televisiva di successo della BBC.
Titoli precedenti: “I casi dimenticati” (2007), “Un colpo di fortuna” (2009) e “Aspettando buone notizie” (2015), quest’ultimo nelle Farfalle Marsilio.
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