Tutti i nostri corpi. Storie superbrevi
- Autore: Georgi Gospodinov
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2020
Sono racconti brevi, anzi brevissimi: ci metti un minuto a leggerli, per qualcuno anche di meno. Il fatto è che subito dopo ti viene quasi sempre voglia di tornarci. Come se tra tanta aforistica esattezza possa restare impigliato qualcosa di ulteriore: un rimando, un volo pindarico, un suono di parole, un suggerito, o fosse anche soltanto il sinolo suggestionante che nei migliori dei casi si instaura tra forma e contenuto.
Che Georgi Gospodinov possieda passo e incisività da scattista, del resto, non lo scopro certo qui. I 103 racconti inseriti nella sua nuova raccolta Tutti i nostri corpi. Storie superbrevi (Voland, 2020, traduzione di G. Dell’Agata) sono infatti discendenza diretta delle prose fulminee dei precedenti …e altre storie (2008) e E tutto divenne luna (2018). Appena più articolati degli haiku con l’efficacia essenziale degli haiku. Un po’ sentenze, un po’ sedimenti interiori, un po’ motti di spirito, oppure annotazioni rapide come movimenti di ciglia, passaggi di tempo e di senso.
Un esempio:
“Ovvio che ogni nascita è un omicidio con la data differita nel tempo. Il grilletto è premuto, una pallottola silenziosa vola verso di te e un giorno ti raggiungerà. I sospettati dell’omicidio ti prendono in braccio e sono felici e tu ti dimeni e piangi. Mamma, papà, siete stati voi… (Preterintenzionale)"
E un altro:
“X.X. visse per 90 anni, per lo più tranquillo e in modo regolare, senza particolari complicazioni. In tutti questi anni fu felice solo tre volte. Di due non se ne accorse mai. (Le tre volte in cui X.X. era stato felice)"
Con la storia che dà il titolo alla raccolta (Tutti i nostri corpi, pag. 58) siamo in zona “doppio” alla Borges, condensato fino all’osso ontologico; in Nuove Teologie di un Woody Allen se possibile più feroce (“Come si vive senza Dio che non ti osserva da nessuna parte, che non ti guida… Come troverai la retta via? Col GPS ribatte lei, e distende la sua gamba atea”). L’ultima riga che chiude Il nome (pag. 111) illumina di luce livida ciò che sopravvive (?) di un rapporto di coppia, e Autobiografie scelte (pag. 7) è un esempio di catarsi letteraria in venticinque righe. Ironico, poetico, disincantato e partecipe al tempo stesso, lo sguardo narrativo di Georgi Gospodinov si conferma anche nella fattispecie tra i più lucidi della letteratura contemporanea.
Se, insomma, vi piacciono i libri anti-mainstream, i libri dai toni impalpabili e dalla eco invece poderosa, Tutti i nostri corpi è un libro che fa per voi.
“Nella letteratura odierna esiste una gerarchia affermata, secondo la quale al di sopra di tutto sta il romanzo e il resto, racconti, poesia, saggi, esiste piuttosto grazie alla benevolenza degli editori e del mercato. Cosa rimane per i racconti molto brevi, frammenti e quasi aforismi? Da essi non escono bestseller, blockbuster, sono troppo brevi. I loro corpicini di formiche nonb possono gareggiare con l’elefante del romanzo. ma a me questa proprietà eversiva delle storie brevi, questa facoltà di sgattaiolare fuori sottraendosi al giogo del romanzo, piace molto. Particolarmente oggi, in un’epoca di gravosa epicità”. (Georgi Gospodinov, Sulla brevità di questo libro – In breve, pag. 139)
Traduzione e Postfazione sono firmate dall’accuratissimo Giuseppe Dell’Agata.
Tutti i nostri corpi. Storie superbrevi
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