Tutto il freddo che ho preso
- Autore: Grazia Verasani
Una storia fatta per chi ama i libri nei quali il sole non riesce ad entrare, che vivono in una notte sola e in una notte muoiono, nei quali la luce è rarefatta e lattiginosa come quella di un lago all’alba.
E poi per me non finisce mai, la notte. Per me è sempre buio. Mi alzo che fa buio, vado a letto che è ancora buio. Sole? E dove cavolo sta, il sole? Quello è un astro per gente perbene, per gli scolari modello….
Uno scrittore che ha perso l’ispirazione annegata nel vizio; una donna che scrive il suo ultimo biglietto, senza tentennamenti e senza lacrime: due vite si toccano durante una notte surreale in cui altre vicende accadono, tutte apparentemente slegate ma in realtà tutte parte di un’unica cosa.
Una girandola di personaggi più o meno bui, più o meno infelici, tutti con le loro esistenze vissute borderline: Val il batterista, Klara la prostituta, la sobria e raffinata Carlotta, Sara spregiudicata pierre.
Grazia Verasani, più nota come l’autrice di Quo vadis, baby da cui è stato tratto l’omonimo film di Gabriele Salvatores, sa convincere con questo libro scritto con linguaggio semplice e immediato, che tocca temi difficili e scomodi senza eccessi, senza commozione, senza paternalismi.
“Era un bel cane, vero?” hai detto quando è tutto finito. “Chissà se lo sapeva che gli volevo bene…” “Gli animali lo sanno sempre”.
Tutto il freddo che ho preso è il freddo di una notte di fine estate ma è soprattutto il freddo della solitudine, il freddo dell’assenza e quello irrimediabile della morte.
L’autrice di questa recensione è una scrittrice emergente: clicca sul Suo nome per conoscerla meglio!
La storia arriva dritta al cuore come una pallottola.
Forse per questo, finita l’ultima pagina, si sente il bisogno di aprire le finestre e respirare.
Tutto il freddo che ho preso
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