Tutto quello che per poco non è successo di Don Robertson

Pubblicato nel 1970 negli Usa, questo intenso e difficile romanzo di Don Robertson esce ora in italiano con il titolo Tutto quello che per poco non è successo, tradotto da Nicola Manuppelli, per la casa editrice Nutrimenti.

L’autore, morto nel 1989, ha pubblicato numerosi romanzi con personaggi ricorrenti. Julie, uscito nel 2019, è uno dei personaggi anche di questo libro, che ha per protagonista il suo ragazzo, il diciassettenne Morris Bird III.

La storia che si racconta - siamo alla vigilia del Natale 1952 a Cleveland, Ohio - è quella di Morris, che sta facendo visita alla sua ragazza Julie, impegnata a preparare pacchetti natalizi in un grande magazzino. Lei lo ama e glielo dice continuamente, lui invece vorrebbe fare sesso con lei per la prima volta, ma non si decide.
Morris gioca bene a basket nella squadra della sua scuola, la East High School, e scrive molto bene; la sua insegnante di inglese, Miss Goldfarth, ne ha notato la capacità espositiva e vorrebbe incoraggiarlo pubblicando un suo testo, ma lui non vuole fare la figura del “secchione” di fronte ai suoi ignoranti e arroganti compagni. Morris, che vive con il padre e la sorella minore Sandra, è un ragazzo complicato.
Sua madre è morta dopo una lunga malattia, il padre, ex annunciatore della radio, sostanzialmente un fallito, non comunica con il ragazzo, frustrato com’è dalla disabilità fisica, ha un piede artificiale dopo un grave incidente, e dalla perdita della popolarità acquisita malgrado la sua bella voce.

Morris Bird III non sta bene, sta accusando una serie di disturbi fisici che lo hanno indebolito, ma, convocato in prima squadra per un incontro di basket con la rivale Collingwood High School, dove gioca un marcatore potentissimo, finge con se stesso di sentirsi bene, e gioca una partita memorabile, conclusasi con la vittoria per un solo punto della sua squadra. Ma Morris non riesce a cogliere la gioia della vittoria perché sviene sul campo e viene portato in ospedale.
Il racconto della partita occupa una lunga parte al centro del libro, una specie di battaglia epica in cui si cimentano le forze contrapposte della salute e della malattia, della vita e della morte, della forza di volontà e della dignità che spingono Morris sempre più avanti, deciso a non farsi sopraffare e a vincere quella che appare una vera e propria guerra contro tutti: i compagni, il tempo, gli ostacoli che si oppongono a una vita piena e dignitosa.

Dignità, decoro, maturità sembrano le parole chiave di questo romanzo duro, commovente, che vede un ragazzo di neppure diciotto anni soccombere malgrado il suo coraggio e la determinazione con cui affronta l’esistenza.

La ragazza Julie, i compagni di scuola e di squadra, l’allenatore, la sorella, il padre, i vicini di casa, la professoressa d’inglese, sono comprimari in questa storia che sembra girare tutta intorno a Morris Bird III, ai suoi sogni, alle sue riflessioni, alle sue paure, alla voglia di vivere una vita piena, alla sua crescita rapidissima, costretto com’è a fronteggiare un destino che non poteva immaginare.

Le ultime pagine del libro costringono alle lacrime, tale è la sensibilità con cui lo scrittore disegna una figura bellissima, quella di un adolescente pieno di talento, capace di pensieri profondi, dotato di senso critico e di capacità di vedere gli altri con una lente limpida, incapace di pronunciare la parola “ti amo” ma in realtà innamorato di tutti quelli che gli sono accanto.
Un romanzo struggente, intimo, profondo, ambientato nell’America degli anni ‘50, con Eisenhower appena eletto, in piena guerra di Corea.

Mentre si consuma il dramma personale di Morris, un Natale consumista e rutilante stona con i suoi alberi decorati e i suoi eccessi sulle scale mobili dei grandi magazzini: una metafora del tempo che corre indifferente ai drammi delle tante persone sole e disperate che fanno da comprimarie in questa storia così profondamente americana.