Uccidere o morire di Stephen Gunn

Scelta ovvia, mi pare… Uccidere o morire? Beh, io propenderei per la prima scelta, che ne dite? Certo, detta così sembra facile, ma quando a morire sono delle persone che sono entrate nella nostra vita, farle uscire in modo così repentino non è per niente facile… come possiamo ben vedere in Uccidere o morire di Gunn!

Chance Renard, il Professionista, si gode una giornata di relax. Anzi, di festa.
L’ultima missione, in Africa, è stata un successo e lui, insieme alla sua squadra, si gode un po’ di belle parole e festeggiamenti.
Festeggiamenti che verranno interrotti da una violenta pioggia. Una pioggia di fuoco… Una vera e propria strage, perfino il Prof si salva per miracolo.
La cosa, purtroppo, non finisce qua. I suoi compagni d’avventura iniziano a morire uno dopo l’altro, uccisi da una mano invisibile che può appartenere soltanto a… no, non può essere.

Eppure quel pensiero non lascia la mente di Chance nemmeno per istante. Il generale Morte Bianca, sicuramente c’è lui dietro tutto questo. Tornato dall’inferno, che è come una seconda casa per lui, e deciso a mettere fine alla vita del Professionista.
Per ultimo, però: prima devono morire le persone a lui care. Il generale decide di rapire Rika, una ragazza che significa molto, per Chance. E sa che il Professionista partirà lancia in resta, per salvarla. E lui l’aspetterà al varco. A questo punto Chance metterà insieme la sua vecchia squadra, quella di Gangland. La Bimba, Tommaso Corso detto “Il Gobbo”, Guglielmo Il Freddo, Kim DeMarco. E Antonia Lake…
Forse il generale Morte Bianca ha fatto male i conti, o forse ha deciso di sparare la sua ultima cartuccia per far fuori il Prof. Ma il Prof, si sa, è duro a morire.
E la sua squadra si batterà con le unghie con i denti, per salvargli la pellaccia…

Stefano “Stephen Gunn” Di Marino torna con una nuova avventura del Professionista e lo fa con stile e classe. E una sarabanda di proiettili che fischieranno tra le decine di pagine che li ospiteranno.
Ho letto con piacere e frenesia (più la seconda) questa storia del Prof, poiché le persone che compongono la sua squadra sono entrate nelle mie giornate e nel mio cuore. E scommetto che è così per molti di voi.
Da leggere, come sempre, con un sigaraccio in mano (anche spento, solo per calarsi nella parte del Prof…) e un bicchiere della vostra vodka preferita appoggiato sul tavolino.