Ulisse da Baghdad di Eric-Emmanuel Schmitt

Saad Saad: giovane speranzoso o giovane triste? Nell’etimologia del suo nome, che il sagace Eric Emmanuel ci svela nelle prime pagine del libro, si nasconde il suo destino, la sua storia, il suo viaggio.

Saad Saad, un Ulisse dell’età moderna, troppo speranzoso per vivere la realtà di un ragazzo “normale” che vuole laurearsi in giurisprudenza e vuole sposare la ragazza che ama, la bella e intelligente Leila, troppo fiducioso di diventare un padre di famiglia e uno stimato professionista in Iraq. Nell’Iraq di Saddam Hussein dove la dittatura ha tolto ai giovani la voglia di crescere, alle famiglie la possibilità di vivere, alla società il diritto costituzionale di affermarsi come una società di diritto. Saad Saad che cerca di coniugare il doppio significato del suo nome (speranza in arabo, triste in inglese) e parte, dopo una serie infinita di lutti, alla volta di Londra, meta scelta perché era la città che nei suoi sogni più lo avvicinava al suo ideale di vita degna di essere vissuta. Un viaggio, quello di Saad, che racchiude le angosce del nostro tempo e che ti scalfisce un po’ l’anima perché è la storia di tanti, troppi, sconosciuti Ulisse che approdano in terre straniere per inseguire quello che agli occhi dei più si profila come il classico cerchio della vita: nasco, cresco, mi laureo, mi sposo, VIVO.

E’ un romanzo molto inteso questo di Schmitt che ti costringe a prendere per mano Saad (o meglio, a farti prendere la mano da Saad) e ad accompagnarlo in tutto il suo peregrinare verso Londra. Ti senti con lui nel suo viaggiare in Libia e in Egitto, ti vedi al suo fianco sul gommone che lo catapulta in Sicilia o nell’auto che lo consegna ai cugini francesi, cerchi di aiutarlo nell’interpretare i consigli bizzarri di una guida speciale che lo accompagna nel suo viaggio. La penna di Schmitt partorisce un romanzo dai toni aspri e violenti, dove tutto accade secondo uno schema ben preciso, che quasi ti costringe a pensare che se nasci nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, sei un condannato all’ergastolo senza saperlo. E quando tutto sembra ormai giunto al capolinea, ecco il colpo di scena, il coup de theatre che spinge Saad a fare di più e meglio, a credere finalmente che sia arrivato il suo momento, che la fortuna finalmente ha incrociato il suo destino. Tuttavia, una volta a Londra, sarà davvero felice di esserci arrivato? Sarà Londra la città del cambiamento? Il paradiso idilliaco che ha sempre sognato? Chissà se Schmitt si sarà ispirato al più famoso Ulisse e al sommo poeta quando afferma “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”.