Umberto Eco (1931-2016), intellettuale di fama mondiale, è stato un semiologo, filosofo, scrittore e traduttore (ha tradotto, per esempio, gli Esercizi di stile di Raymond Queneau). Il suo romanzo Il nome della rosa, pubblicato nel 1980, ha avuto immediato successo in Italia e nel mondo, vendendo nel corso degli anni oltre 50 milioni di copie in più di 40 lingue diverse e ispirando un famoso film con Sean Connery e una più recente serie tv.
Vita e opere di Umberto Eco
Umberto Eco nasce ad Alessandria il 5 gennaio 1932. Impegnato in gioventù nel ramo giovanile dell’Azione Cattolica, abbandona definitivamente la Chiesa e la fede in Dio una volta iscrittosi alla facoltà di Filosofia dell’Università di Torino, studiando in particolare Tommaso d’Aquino. Il suo interesse per la filosofia e per la cultura medievale, mai più abbandonato, risale al periodo universitario.
Nel 1956 pubblica il suo primo libro: Il problema estetico in San Tommaso, che consiste in un’estensione della sua tesi di laurea.
Nel 1954 vince un concorso della Rai e inizia a lavorare per l’ente televisivo. Da questa esperienza nascono i rapporti di amicizia con alcuni membri del Gruppo 63 e lo spunto per alcuni scritti, tra cui il celebre Fenomenologia di Mike Buongiorno.
Nel 1959 diventa codirettore editoriale della casa editrice Bompiani, ruolo che manterrà fino al 1975. Nel 2015, con Elisabetta Sgarbi, Mario Andreose, Eugenio Lio e altri scrittori italiani fonderà la casa editrice La nave di Teseo.
Nel 1962 pubblica il saggio Opera aperta, che nel giro di poco ha notevole risonanza a livello internazionale e offre importanti basi teoriche al Gruppo 63.
L’interesse di Eco per l’influenza dei mass media nella cultura di massa risale a fine anni Cinquanta: gli articoli pubblicati sul tema su giornali e riviste sono poi in gran parte confluiti in Diario minimo e Apocalittici e integrati.
La sua particolare attenzione per la cultura di massa trova sbocco anche nel suo rapporto con le dittature: nel saggio Cinque scritti morali (e in particolare nel capitolo Il fascismo eterno) individua le caratteristiche ricorrenti del "fascismo eterno" o "Ur-fascismo".
A inizio anni Sessanta inizia anche la sua carriera universitaria: Eco tiene corsi a Torino, Milano, Firenze e Bologna, dove nel 1975 diventa professore ordinario di Semiotica. All’Università di Bologna, nel 1971, è tra i fondatori del DAMS e negli anni Ottanta promuove il corso in Scienze della comunicazione, all’epoca non ancora attivo presso l’ateneo. Nel 2000 diventerà Presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici, che coordina l’attività dei dottorati bolognesi nel settore umanistico; nel 2001 fonderà il Master in Editoria Cartacea e Digitale.
Eco svolge la sua attività di docente anche fuori dai confini italiani: viene invitato a tenere lezioni nei più importanti atenei americani, inglesi, francesi e sudamericani.
Si ritira dall’insegnamento nel 2007 per limiti d’età; nel 2008 viene nominato professore emerito della Scuola Superiore di Studi Umanistici.
Nel 1968 pubblica il suo primo libro di teoria semiotica, La struttura assente. A questa prima pubblicazione fecero seguito il Trattato di semiotica generale nel 1975 e Semiotica e filosofia del linguaggio nel 1984, che riunisce i testi scritti per l’Enciclopedia Einaudi.
Nel 1971 fonda la rivista "Versus - Quaderni di studi semiotici", di cui rimane direttore responsabile e membro del comitato scientifico fino alla morte.
"Versus" non è la prima esperienza con i periodici di Umberto Eco, che collabora con il settimanale "L’Espresso" dall’anno della sua fondazione nel 1955 e con i giornali "Il Giorno", "La Stampa", "Corriere della Sera", "la Repubblica", "il manifesto" e con altre riviste letterarie e riviste internazionali specializzate.
Il suo esordio nella narrativa risale al 1980 con il romanzo Il nome della rosa, vincitore del Premio Strega e nel giro di poco best seller internazionale — il celebre film con Sean Connery risale al 1986. Nel 2012 viene pubblicata una visione "riveduta e corretta" del libro: lo stesso Eco è intervenuto per eliminare ripetizioni ed errori presenti.
Nel 1988 pubblica Il pendolo di Foucault, cui seguono L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015).
L’interesse per la narrazione ha però nel pensiero di Eco un’origine più antica rispetto al suo esordio: alla teoria narrativa e letteraria l’intellettuale ha dedicato alcuni saggi, in parte precedenti a Il nome della rosa (Il superuomo di massa, Lector in fabula, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Sulla letteratura, Dire quasi la stessa cosa, Vertigine della lista, Costruire il nemico e altri scritti).
Umberto Eco muore a Milano il 19 febbraio 2016 per un tumore al pancreas.
Pensiero di Umberto Eco
Allievo del filosofo piemontese Luigi Pareyson, Umberto Eco risente della sua interpretazione della realtà e del rapporto relativo tra soggetto e oggetto: l’oggetto è continuamente definito e ridefinito in base al soggetto che lo osserva e lo interpreta. Di conseguenza, la verità stessa non potrà mai essere univoca, ma costruita da un continuo e infinito processo interpretativo. Il fatto che questa interpretazione sia inevitabilmente oscillante, però, non significa che qualsiasi atto interpretativo sia lecito e accettabile.
Questa concezione è da eco estesa alla semiotica e al suo concetto base: il segno. Il rapporto tra significante (la parola scritta o parlata) e il referente (l’oggetto reale cui il segno si riferisce) è un rapporto meramente convenzionale. Allo stesso modo, qualsiasi rappresentazione artistica, sia essa alta o bassa, non può che avere non un significato ma molteplici significati in continua integrazione: l’opera è aperta, e consente continue interpretazioni mediate dai lettori. Questo continuo meccanismo attivo di decifrazione e stratificazione dei significati operata dal lettore rende il testo attivo e crea una cooperazione testuale tra autore e destinatario dell’opera.
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