Un animo d’inverno
- Autore: Laura Kasischke
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2014
Nonostante la scrittrice americana Laura Kasischke abbia pubblicato otto libri di poesia e nove romanzi, tre dei quali anche in versione cinematografica, in Italia ne sono stati tradotti solo due, entrambi per Neri Pozza. Così, chi aveva potuto conoscerla e, soprattutto, apprezzarne la scrittura ne La vita davanti ai suoi occhi, nel 2002, ha dovuto attendere ben dodici anni prima di poter nuovamente leggere qualcosa di suo, ovvero Un animo d’inverno, uscito negli ultimi mesi del 2014. Un’attesa obbligata, ma del tutto ripagata, visto che si tratta di un’avvincente storia familiare che assume i contorni del thriller psicologico e che al dramma domestico mescola elementi di suspense che rasentano l’horror.
E’ la mattina di un Natale che si rivelerà particolarmente nevoso. Holly e Eric, la sera prima, hanno bevuto troppo e si svegliano tardi: il marito deve precipitarsi all’aeroporto dove sono atterrati i genitori, mentre la moglie deve occuparsi dei preparativi del pranzo. Ma l’atmosfera festosa è turbata da una sensazione che si fa strada da uno stato di incoscienza, una frase che Holly continua a ripetersi, come un ritornello, una poesia: “Qualcosa li ha seguiti dalla Russia”, dove tredici anni prima hanno adottato Tatiana, una deliziosa bambina dai lunghi capelli scuri e l’incarnato pallido, che ora è un’adolescente bella, ma problematica, come del resto tutti i suoi coetanei.
“Qualcosa che era sempre stato lì. Dentro casa. Dentro di loro. Li aveva seguiti fino a casa dalla Russia”.
E che forse può spiegare alcuni accadimenti strani che solo ora Holly riesce a collegare, come il rigonfiamento sulla mano di Eric, la morte di una gallina beccata a sangue dalle altre, i dischi graffiati o l’incidente alla figlia della vicina...
Come all’esterno la neve di un bianco immacolato continua vorticosamente a cadere, così l’animo di Holly è in preda ad una tormenta interiore. Col passare delle ore l’umore di Tatty si fa sempre più instabile, il suo comportamento strano: non si lascia coinvolgere nei preparativi del pranzo, si cambia spesso d’abito, si chiude in camera dove forse dorme per ore, appare e scompare improvvisamente, facendo spaventare la madre...
Intanto, uno alla volta, gli ospiti attesi per il pranzo natalizio telefonano per annullare l’invito: il marito, insieme alle famiglie dei fratelli, è all’ospedale dove è stata ricoverata la madre colpita da un malore durante il viaggio, mentre le amiche sono intrappolate in casa dalla tormenta. La donna rimane sola e in balia dei ricordi di quello che è stato il lungo processo che, diversi anni prima, ha portato all’adozione di Tatiana: i due viaggi in Siberia, uno proprio a Natale, il secondo a Pasqua, all’Orfanotrofio Pokrovka n. 2, lo stato di abbandono dei bambini e di precaria salute di molti di essi, le superstizioni delle inservienti...
Ma l’anomalo evolversi della giornata, i tanti imprevisti e il comportamento della figlia, costringono Holly a riflettere sul suo ruolo di moglie e di madre, su quelli che considera fallimenti, sulla sua tragica storia familiare, fatta di malattia e di suicidi.
E come al risveglio da un incubo, dopo il primo disorientamento, siamo in grado di comprendere la realtà, così la donna, rimuovendo false convinzioni e ricordi menzogneri, raggiungerà la consapevolezza di un’atroce verità.
Il titolo del romanzo è tratto da The snow man, dell’americano Wallace Stevens, poeta-dirigente di una società di assicurazione - “Bisogna avere un animo d’inverno” - ma gli echi poetici e letterari sono molti, sia sotto forma di citazioni, sia a livello di scelte stilistiche dell’autrice.
Questo verso, in particolare, è ricordato dalla protagonista, in riferimento non solo alle neve che sta cadendo abbondante, ma anche al rimprovero del marito che non attribuisce il suo “blocco dello scrittore” alla maternità ed al lavoro impiegatizio. E’ un tema che si ripete, questo dell’impossibilità di scrivere, così come altri, nel monologo interiore di Holly, sulla sua vita passata e presente.
I flashback si alternano dunque a brevi dialoghi, non sempre coerenti, e alle riflessioni della donna e, mentre le sue osservazioni sembrano diventare inattendibili, l’interagire con Tatiana si fa sempre più inverosimile.
Fuori da ogni schema letterario, Un animo d’inverno è un’esperienza di lettura unica, capace di lasciare fisicamente ed emotivamente stremati.
L’atto conclusivo di questa vicenda claustrofobica si sviluppa con un crescente senso di disorientamento, con un accumulo di indizi che confermano come ci sia qualcosa di estremamente sbagliato in tutto ciò che è successo durante questa anomala giornata di Natale, e si conclude con un finale che non mancherà di sorprendere i lettori e di ossessionarli a lungo.
Un animo d'inverno
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un animo d’inverno
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