Paesaggistico l’incipit della novella Un cavallo nella luna di Luigi Pirandello (Dalla raccolta "Donna Mimma" del 1925; prima pubblicazione: “Il Marzocco”, 23 giugno 1907, poi nell’opera "Un cavallo nella luna", Treves, Milano 1918). Se il ritmo del tempo è pressoché assente, lo spazio è invece accuratamente evocato: una campagna riarsa e aspra, quasi metafisica che sembra annunciare un evento macabro, tant’è che la trama, ancorché venata di grottesco, viene ad essere l’esempio della presenza della morte in un’atmosfera demoniaca:
Di settembre su quell’altopiano d’aride argille azzurre, strapiombante franoso sul mare africano, la campagna, già riarsa dalle rabbie dei lunghi soli estivi, era triste ancor tutta irta di stoppie annerite, con radi mandorli e qualche ceppo centenario d’olivo saraceno qua e là.
C’è sempre il parallelo, tipico di Pirandello, fra i personaggi e il luogo che come una sorta di palcoscenico concreta e scandisce le loro vicende. Lo svolgimento dei fatti incomincia con il pranzo di nozze tra due adolescenti:
- Ida (impreparata al matrimonio), figlia di un colonnello di fanteria, venuto col reggimento in Sicilia e prevenuto nei riguardi dei siciliani;
- Nino, il ragazzotto dall’aspetto sgradevole e ossessionato dal suo rovello: trascorrere la notte quanto prima con la sposa.
Lo scrittore ne penetra e rivela i segreti, dando luogo al commento, alla divagazione, alla riflessione attraverso la messa in atto del punto di vista degli invitati:
Lo sbigottimento per l’aspetto e il contegno dello sposo cresceva nei convitati, quanto più essi avvertivano il contrasto con l’aria della giovanissima sposa. Era una vera bambina ancora, vispa, fresca, aliena: e pareva si scrollasse sempre d’addosso ogni pensiero fastidioso con certi scatti d’una vivacità piena di grazia, ingenua e furba nello stesso tempo. Furba però, come d’una birichina ancora ignara di tutto. Orfana, cresciuta fin dall’infanzia senza mamma, appariva infatti chiaramente che andava a nozze affatto impreparata.
Lungo la strada che li avrebbe condotti al casale, lei scorge un cavallo moribondo, steso a terra: un incontro, si potrebbe dire, con il gioco maligno della vita impossibile da viversi veramente. Ne prova pietà e si precipita a chiedere aiuto senza accorgersi del malessere dello sposo:
Egli rimase lì, solo, a sedere sulla pietra, tutto in preda a quel tremore crescente; e, curvo, tenendosi tutto ristretto in sé, come un grosso gufo appollajato, intravide a un tratto una cosa che gli parve... ma sì, giusta, ora, per quanto atroce, per quanto come una visione d’altro mondo. La luna. Una gran luna che sorgeva lenta da quel mare giallo di stoppie E, nera, in quell’enorme disco di rame vaporoso, la testa inteschiata di quel cavallo che attendeva ancora col collo proteso.
Il cavallo e Nino rantolano tragicamente. Nell’attesa, gracchiano i corvi. L’epilogo è sconfortante, rappresenta la disperazione di Ida al suo ritorno, unitamente al sentimento di liberazione dell’oscurità in cui il male affonda le sue radici:
guardò la luna, poi il cavallo, poi qua per terra quest’uomo come morto anche lui; si sentì mancare, assalita improvvisamente dal dubbio che tutto quello che vedeva non fosse vero; e fuggì atterrita verso la villa, chiamando a gran voce il padre. Il padre che se la portasse via (...) via da quel cavallo, via da sotto quella luna pazza, via da sotto quei corvi che gracchiavano nel cielo... via, via, via...
Funesta la presenza della luna che, annunciando la mala sorte, della vita svela la morte: sproporzionata e minacciosa, sembra cadere sulla terra per divorare il cavallo e Nino.
Tuttavia, un punto di fuga e di riscatto apre alla luce la sorte della ragazza, costretta com’era stata in una parte assegnatale dalla vita. Un’estrema illusione che scatta dinanzi alla morte?
La trama non appare conclusa ed è un invito al lettore a proseguirla. Difatti, Pirandello quasi sempre incarna l’arte della novella nella recita teatrale, che esige la complicità dello spettatore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un cavallo nella luna: trama e analisi della novella di Luigi Pirandello
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