Un cuore infinito
- Autore: Madre Teresa di Calcutta
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2016
Ecco un evento tanto atteso ed impossibile a non aver luogo in questo 2016, anno del Giubileo della Misericordia, quel sentimento che nasce dalla compassione per la miseria altrui, quella generosità che induce al soccorso e che, più che da chiunque altro, è rappresentato dalla figura di Madre Teresa di Calcutta che, domenica 4 settembre, sarà proclamata Santa.
Su di lei tanto si è già scritto e detto ma, in quest’occasione, le case editrici hanno pubblicato nuovi libri tra cui “Un cuore infinito” (Piemme) curato da John Scally, docente del Trinity College di Oxford e amico di Madre Teresa, che della religiosa ha qui raccolto pensieri e riflessioni da lei pronunciati durante alcuni loro colloqui.
Anjezë Gonxhe Bojaxhiu nasce il 26 agosto 1910 in Albania; a diciotto anni, decide, come aspirante nelle Suore di Loreto, di prendere i voti con il nome di Teresa e viene inviata inizialmente a Dublino ma nel 1929 parte per l’India. Questa terra sarà la sua vera casa, quella in cui la giovane suora farà esperienza di vita al servizio degli altri. Scally, dopo questa brevissima biografia, ci fa conoscere meglio la figura della minuscola religiosa albanese, Premio Nobel per la Pace, spesso ritratta sorridente e con le mani giunte nel gesto indiano di saluto. Lei, più di chiunque altro, ci ha insegnato che la vita ha un significato anche nell’India più povera, quell’oceano di dolore in cui si è trovata a operare. La sua vita, purtroppo anche tanto contestata e criticata, appare un continuo miracolo perché lei stessa vede nel mondo e nel suo prossimo un prodigio del Creatore. È di quest’amore così intenso per Gesù che lei si nutre ma lo fa con estrema generosità perché in ogni persona che incontra vede il Cristo.
Come tanti “grandi” mistici, Scally nota che la religiosa ebbe una vita interiore non facile, travagliata, con la continua sensazione di non essere abbastanza vicina a Dio e di trovarsi nel dubbio, nell’angoscia, che lei definiva “notte dell’anima”. Ma quella che lei indicava come “dolorosa oscurità” fu la via che la condusse ad un’unione ancor più profonda con Dio. Riferendosi a ciò, lo stesso papa Giovanni Paolo II asserì:
“Nelle ore più buie si aggrappava con rinnovata tenacia alla preghiera di fronte al Santissimo Sacramento. Quella difficile prova spirituale la spinse a identificarsi sempre di più con coloro che serviva ogni giorno, percependone il dolore e, a volte, persino l’emarginazione”
Madre Teresa di Calcutta sarà la Santa un po’ di tutti: la devozione per lei ha già riunito, fin dai tempi in cui era viva, cristiani, induisti, musulmani perché di tutti lei aveva rispetto e a nessuno negava il suo aiuto. Era la piccola suora che
“non si limitava a praticare la carità. La viveva. Nel servizio instancabile e quotidiano. In mezzo alla sporcizia e alle malattie, nei bassifondi di Calcutta, nel baratro della più spaventosa indigenza, testimoniò il potere dell’amore e la capacità di illuminare anche i luoghi più bui”
Chi l’ha tanto criticata per interviste e presenze televisive, forse non sa, come invece racconta Scally, che la suora affrontava malvolentieri i mass media ma in essi scorgeva un’opportunità per dare più vasta eco ai “suoi” diseredati. D’altronde, come non dedicarsi a loro se anche il piccolo Gesù era nato in una povera stalla di Betlemme, anche lui emarginato poiché non poteva stare nelle locande dei ricchi?
Per servire i poveri, volto di Cristo, madre Teresa si è sempre preparata assieme alle consorelle con il silenzio, la preghiera perché attraverso essi il cuore si apre e si avvicina ancor più al Padre. La piccola suora trova in Dio la gioia necessaria ogni giorno a servire il prossimo, a condividere tutto ciò che si possiede, a regalare un sorriso agli altri soprattutto a chi è troppo disperato per sorridere.
Inoltre, per essere più vicina ai poveri, è necessario sapersi privare delle comodità materiali, distaccarsi da esse ed esercitare la pazienza e al contempo nutrire fiducia in Dio; sono insegnamenti che si elevano al di là dell’umano e noi, a fatica, o solo per breve tempo, riusciamo a farli nostri.
Sono gli insegnamenti della “piccola matita Dio” che giustamente sale agli onori degli altari.
“Un cuore infinito”, il libro curato da John Scally, come altri di nuova pubblicazione, risulta quindi una lettura profonda ed un’esperienza cui non si può rinunciare.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un cuore infinito
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