Un gatto, un cappello e un nastro
- Autore: Joanne Harris
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2014
L’immaginazione della prolifica quanto eclettica Joanne Harris, autrice di Chocolat – indimenticabile sia il romanzo, sia il film – sembra non conoscere ostacoli: dopo il grandissimo successo dell’esordio, del 1998, ha pubblicato numerosi libri, fra i quali anche ricettari, thriller e racconti.
E’ proprio a quest’ultima forma espressiva che si rifà l’ultima fatica della scrittrice inglese: una raccolta di storie dal titolo Un gatto, un cappello e un nastro (Garzanti, 2014).
Il titolo di questi racconti - a volte bizzarri, fantastici, a volte drammaticamente realistici – deriva dalla scelta dell’autrice di tre oggetti essenziali per un soggiorno forzato su un’isola deserta: un gatto, per la compagnia; un cappello, per proteggersi dal sole; un nastro per usi diversi. Ciascuno di essi potrebbe anche ispirare una moltitudine di storie simili, ma la Harris si è focalizzata su sedici racconti che, se sulle prime possono apparire sconnessi, in realtà sono collegati in vari modi, fra loro e con i suoi precedenti lavori, sono “mappe incompiute di mondi ancora da scoprire, in attesa di qualcuno che aggiunga a matita i collegamenti a mano a mano che li scopre”.
Ai lettori potrebbe ripresentarsi dunque un luogo o un personaggio già conosciuto: vecchi amici ai quali se ne aggiungeranno sicuramente di nuovi, in situazioni che, a volte, ricalcano la quotidianità della realtà, altre, la trasfigurano, accompagnandoci in territori magici e inesplorati.
Potremo allora ritrovare Faith e Hope, le due esuberanti anziane signore costrette a sopportare i soprusi della nuova infermiera nella casa di riposo in cui sono state “parcheggiate”; scoprire che esiste una casa dove è Natale tutto l’anno o che i fantasmi, se non infestano antiche case di campagne, possono manifestarsi attraverso messaggi nella Rete.
Ci sono antiche divinità nordiche che, in una nuova e imprevedibile forma, si nascondono ad oscure presenza tra la folla delle grandi città; ma anche altri cercano di sopravvivere: sono i bambini che in Congo mettono a repentaglio la propria vita in cambio di una manciata di avanzi, saltando nelle rapide del fiume e cavalcando la corrente verso la valle...
Certamente, la scelta del racconto come modalità espressiva non permette all’autrice di approfondire tutti gli aspetti delle sue storie e le peculiarità dei protagonisti, ma ognuna di esse è preceduta da una breve introduzione che consente a chi legge di avvicinarsi alle fonti che l’hanno ispirata, ai personaggi cui si è particolarmente affezionata, alle atmosfere che intende ricreare sulla scia di un ricordo o di una suggestione venuta da lontano.
La maggior parte dei racconti è narrata in prima persona e, a volte, i protagonisti si rivolgono direttamente al lettore, instaurando con lui una sorta di legame empatico. In ogni caso, però, la scelta dei dettagli fa sì che ciò che non viene detto, possa almeno essere intuito. I finali “aperti”, lungi dal lasciare incompiuta la vicenda, rendono invece ognuna delle storie una speciale espressione del talento dell’autrice, della sua capacità di sorprenderci, di turbarci e di farci percepire anche quello che va al di là della nostra comprensione: l’imprevedibilità e il mistero che fanno parte della nostra esistenza e di cui spesso non ci rendiamo conto.
Un gatto, un cappello e un nastro
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