Un mondo libero
- Autore: Valentina Cebeni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2022
Un mondo libero (Sperling & Kupfer 2022) è il secondo capitolo dopo Una nuova vita (Sperling & Kupfer, 2021) della serie “La saga dei Fontamara” della scrittrice romana Valentina Cebeni. L’autrice, amante delle storie da quando era bambina, coltiva sin dall’adolescenza la passione per la scrittura e i suoi libri sono tradotti in tutta Europa.
Le parole della scrittrice olandese ebrea Etty Hillesum, vittima dell’Olocausto, esergo del testo, riecheggiano potenti per tutto il romanzo, monito per i codardi e perenne incitamento per i coraggiosi:
“Ogni situazione, buona o cattiva, può arricchire l’uomo di nuove prospettive. Se abbandoniamo al loro destino i duri fatti, che dobbiamo irrevocabilmente affrontare, allora non siamo una generazione vitale”.
“Vorrei solo che quest’incubo finisse quanto prima, non ne posso più”.
Roma, ottobre 1942. L’Italia era entrata in guerra già da due anni, i giovani Fontamara con i loro parenti e amici più stretti combattevano ai quattro angoli del mondo, e alle loro madri, spose e sorelle non restava altro che sperare che il conflitto mondiale finisse presto e i loro ragazzi tornassero a casa sani e salvi.
Anche Eva Fontamara combatteva la sua personalissima guerra nel fronte interno, dirigendo da ormai quattro anni il biscottificio “Premiata Forneria Principi”, che era stato della famiglia di Ottavia, sua cognata. La vita dell’azienda era minacciata dal regime fascista, che aveva deciso di varare a breve un provvedimento per vietare la fabbricazione e la vendita di prodotti dolciari diversi da quelli consentiti.
Inoltre Eva aveva acquistato, tramite una finta vendita, il “Caffè Borghi” dal proprietario Samuele, di origine ebraica, con la promessa di restituirglielo una volta finita la guerra, quando Simone e la sua famiglia fossero tornati in Europa. Eva aveva deciso di trasformare temporaneamente il vecchio “Caffè Borghi” in un forno per incrementare la produzione di pane, perché il governo voleva incentrare la produzione su beni di prima necessità.
Il momento storico era tragico, occorreva avere lungimiranza, tenacia e pazienza e uno sguardo lungo, rivolto al futuro, proprio come quello di Eva Fontamara. L’imprenditrice amava il proprio lavoro, inebriante era il profumo di biscotti appena sfornati, che saliva dal piano inferiore della fabbrica, ma era anche consapevole che quello stesso lavoro, la teneva lontana dalla sua famiglia. Gabriel era in guerra, lontano, ma la capricciosa Diana, l’insicura Myriam e la piccola Clio avevano bisogno di lei.
Quando, dopo l’armistizio nell’autunno del 1943, Roma sarebbe stata dichiarata “Città aperta” nelle mani dell’esercito nazista, la lotta per la sopravvivenza sarebbe diventata ancora più dura tra bombardamenti, rastrellamenti e fame.
“Quando finirà? Si domandò con il pugno premuto contro il petto”.
Ancora una volta al centro della narrazione appare Eva Morris Fontamara, esempio di donna impavida e ardimentosa, faro per i suoi figli e per il suo clan.
Se nel primo romanzo della saga l’autrice descriveva la Roma fascista della seconda metà degli Anni Trenta, nel secondo s’impone prepotente e tragica l’Urbe, offesa dall’invasore, che organizza la resistenza per riconquistare la perduta libertà. Una città resiliente come la sua popolazione e come i Fontamara, spesso litigiosi tra loro ma sempre uniti nella certezza di poter tornare a vivere in un mondo libero, tutto da ricostruire.
Un mondo libero. La saga dei Fontamara
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