Un posto dove andare. Un’indagine di Valentina Redondo di María Oruña

La scrittrice spagnola María Oruña, ex avvocato, ha inaugurato la serie che ha per protagonista la tenente della Guardia Civìl Valentina Redondo; dopo il successo italiano di Quel che la marea nasconde, ecco che per Ponte alle Grazie esce Un posto dove andare, che trascina il lettore in un viaggio vorticoso sulla superficie del pianeta, ma anche e soprattutto in grotte studiate da celebri speleologi che sono perlopiù sconosciute alla maggior parte di noi.

Valentina Redondo ha una storia con l’inglese Oliver Gordon, che gestisce una proprietà di famiglia, Villa Marina, presso Suances, sulla costa della Cantabria, la regione affacciata sull’oceano a nord della penisola iberica.
Ma nel mènage della coppia arrivano come macigni una serie di avvenimenti che ne sconvolgono la vita: Valentina viene chiamata perché c’è un misterioso cadavere, una bella donna in abiti medioevali, che giace in mezzo a ciò che resta di un’antica fortezza. Dopo la scoperta della “principessa”, bionda e serena nella morte, un nuovo delitto occupa le indagini di Valentina e della sua coraggiosa squadra: un uomo viene ritrovato nel fango, in una palude.
I due morti hanno in comune un’antica moneta che viene ritrovata accanto ai loro corpi. Mentre fervono le indagini, la ricerca della identità delle vittime risulta particolarmente complessa perché in quei giorni si sta svolgendo un congresso internazionale a cui partecipano archeologi, speleologi, scienziati provenienti da tutto il mondo. Tra loro un gruppetto di quattro colleghi e amici, un italiano, un portoghese, uno svizzero e la polacca, Wanda, che viene identificata come una professoressa medievista che collabora con loro da anni.
Contemporaneamente a questa vicenda se ne svolge un’altra, che ha per protagonista Oliver, alla ricerca del fratello Guillermo, sparito da tempo in modo inspiegabile. Mentre il mistero si infittisce, giunge al cottage di Oliver una sua ex compagna, la bella Anna dai capelli rossi.
L’inattesa presenza della donna turba Valentina, sempre insicura e preoccupata della solidità del suo legame con Oliver. Ci sono molti antefatti che interrompono il presente del racconto, molti personaggi svelano i loro legami segreti, e man mano che il lettore va avanti, nuovi scenari alludono a fatti che hanno coinvolto i quattro amici; uno di loro infatti, era morto in uno stupido incidente mentre si visitava una delle grotte più straordinarie dell’intero pianeta, una sorta di “immersione al centro della terra”.
Il romanzo è pieno di colpi di scena, e descrive ambiti scientifici poco conosciuti, progetti ambiziosi e avveniristici, come si legge in una pagina introduttiva alla storia:

Bisognerebbe essere ciechi per non comprendere che la verità di ciò che siamo stati e di ciò che siamo si trova si trova disseminata proprio sotto la corteccia del mondo e nella vita intraterrestre.

Medici legali, autopsie analitiche, ricerche negli archivi dei musei, indagini numismatiche, tossicologiche, speleologiche, antropologiche attraversano la narrazione, che ci trasporta dal Nepal all’India, dal Sud America alla Cantabria, tra storia, scienza e leggende.

Brava davvero Marìa Oruna, e bravi i traduttori che in cinque hanno lavorato su questo testo. Finale aperto, alla prossima avventura di Valentina Redondo, la detective con due occhi di diverso colore, determinata e coraggiosa.