Una moglie a Parigi
- Autore: Paula MacLain
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2011
Ernest Hemingway, uno dei maggiori esponenti della letteratura americana del XX secolo, ha avuto un’esistenza avventurosa e inquieta fino all’età di 62 anni quando, affetto da manie depressive e dopo numerosi ricoveri in cliniche psichiatriche, decise di porre fine ai suoi tormenti con il suicidio.
Reduce dalla grande guerra, i cui vissuti continuavano a tormentarlo, la sua giovinezza fu influenzata dalla fame di conoscenza e da quell’urgenza di rappresentazione della realtà che ne consegue, che lo vide dapprima impegnato come giornalista di guerra e poi come scrittore alle prese con un modello di uomo moderno, forte e sprezzante del pericolo, ma ironicamente in balia degli eventi e impotente rispetto alla morte esistenziale verso la quale la sua generazione iniziava a pagare lo scotto.
In ‘Una moglie a Parigi’ di Paula McLain (Neri Pozza, 2011) vengono narrati, in modalità romanzata, gli anni che vanno dal 1920 al 1928 quando un Ernest Hemingway appena ventenne incontra la donna che sarà la sua prima moglie, Hadley Richardson con la quale si trasferirà a Parigi frequentando quella che venne definita la “Generazione perduta”.
Nel fertile humus del luogo più autentico e vivace del mondo - la mitica Parigi degli anni venti - un gruppo di esuli americani ed europei, scrittori e artisti stava così edificando la storia intellettuale e culturale del secolo scorso, tra fiumi di alcool e viaggi repentini tra Spagna, Italia e Francia. Feste animate da bellissime donne in stile Chanel e cerebrali conversazioni, un mondo nuovo irriverente ed eccentrico, folle e decadente al tempo stesso.
Benché influenzato dai suoi più intimi amici e sostenitori, tra i quali Gertrud Stein, Ezra Pound, Scott Fitzerald e sua moglie Zelda, l’appoggio incondizionato di Hadley, “la moglie parigina” - quella che in assoluto con l’ambiente di cui si circondava poco aveva a che fare - risulta essere il ponte di collegamento tra la realtà e il mondo interiore del giovane Ernest, nel difficile esordio della sua carriera letteraria.
È grande l’amore tra Ernest e Hadley, così grande da andare in pochi anni incontro a una tormentata disgregazione che fa soffrire il lettore, tanto quanto i due protagonisti; l’inquieto scrittore sarà quanto prima consapevole della sua necessità di cambiamento.
Hadley non può che rimanere legata al passato, l’esordio della sua vita privata e letteraria, mentre l’esuberante Pauline, l’amica di Hadley per la quale Ernest decise di lasciare la moglie, rappresenta l’inizio del futuro, un futuro che lo vedrà avere altre tre mogli e numerose amanti.
È un cambiamento inevitabile, quello che fa dell’inquietudine una rincorsa costante necessaria alle anime creative al fine di trovare il canale con il quale il genio individuale si trasforma inesorabilmente in patrimonio collettivo.
Ernest non dimenticherà mai la moglie parigina, perché consapevole del fatto che nessun altro amore sarebbe arrivato, senza il primo. E Hadley resterà il suo primo grande amore per sempre, tanto che finalmente nella sua opera di memorie “Festa mobile” pubblicata postuma nel 1964, lei, Hadley, è ovunque nel libro.
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