Una morte perfetta di Angela Marsons

Un puzzle “magnetico” in cui tutti i pezzi del complicato rompicapo solo nelle ultimissime pagine del libro trovano la loro giusta collocazione. L’abilità ormai consolidata di Angela Marsons, campionessa di vendita dei suoi adrenalinici thriller in ogni parte del mondo, viene confermata ancora una volta dal nuovo romanzo, "Una morte perfetta", che ha per protagonista la detective inglese Kim Stone. Il ritratto psicologico della detective viene affinato dall’autrice man mano che prosegue la serie dei libri che la vedono indomita protagonista di indagini pericolosissime nelle quali si impegna rischiando la sua stessa vita, pur di assicurare alla giustizia assassini, in genere seriali, che si caratterizzano per traumi infantili che li porteranno da adulti a compiere crimini feroci.
Nell’identificazione di Kim con i personaggi disturbati e traumatizzati sta il fascino di queste storie, violente, nelle quali la scrittrice sa mettere insieme sentimenti profondi e una delicata sensibilità con delitti macabri e scenari spaventosi.

Qui infatti la “location” scelta da Angela Marsons per ambientare il suo romanzo è una struttura segreta nella quale si studiano gli effetti della decomposizione dei cadaveri, Westerley, nella Black Country inglese. Qui una serie di tecnici altamente specializzati ricevono cadaveri su cui impiantare i loro molto macabri esperimenti; ma quando in quel luogo di morte viene rinvenuto il cadavere di una giovane donna, Jemima, con strani segni sul corpo, la testa fracassata e la bocca piena di terra che ne ha prodotto il soffocamento, ecco accorrere sul posto Kim con la sua fedele ed efficiente squadra, determinati tutti a scoprire il mistero. Determinati perché subito dopo si scopre che di cadaveri di ragazze nelle stesse condizioni ce ne sono altri, sepolte da qualcuno che ha scelto quel luogo per depositare donne torturate ed uccise in modo che denota una profonda turba psichica.
Indagini a tutto campo, colpi di scena che ci trasportano in diversi ambienti, appartamenti deserti, pub miserabili, corsie d’ospedale, mentre Kim, sempre più decisa a trovare il filo rosso che porta alla mente malata del colpevole, non può che ripercorrere col pensiero la sua infanzia, l’orfanotrofio, le cicatrici sul polso, le umiliazioni a scuola, la solitudine, la perdita irreparabile dei genitori affidatari morti alla vigilia dell’adozione della piccola Kim……In ogni episodio della sua travagliata infanzia la detective dal carattere difficile e dai modi bruschi, resa incapace di amare, proietta sulla propria vicenda la ricerca della sofferenza indicibile che ha spinto l’assassino a compiere delitti seriali apparentemente inspiegabili.

L’atmosfera di suspense creata dalla scrittrice nelle pagine dei suoi romanzi si mescola sempre con l’empatia che mostra di nutrire nei confronti della sua protagonista, vittima di un destino terribile che però ha saputo riscattare mettendo la sua sofferenza al servizio del bene comune. Il suo ruolo fondamentale nelle indagini di polizia , da tutti apprezzato, il suo coraggio nell’annullare ogni desiderio egoistico ed ogni forma di vita privata, pur di ottenere i risultati che si prefigge, la rendono un personaggio originale, unico. Chissà se nel prossimo libro Angela Marsons la farà ammorbidire, le farà accettare la corte discreta con cui l’archeologo forense Daniel Bates la insegue!