Una posizione scomoda
- Autore: Francesco Muzzopappa
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2013
A volte nella vita ci si deve accontentare di quello che di poco ha da offrire, se si vuole sbarcare il lunario e spesso a scapito dei propri studi, dei propri sogni, delle aspirazioni. Ci si ritrova, magari per anni, a condurre un’esistenza che non ci appartiene e i rimpianti agitano l’animo come spumante ripetutamente sbattuto nella bottiglia fino a quando, con l’andar del tempo, il tappo finisce per saltare in aria, come i nostri nervi.
Di questo ci parla Francesco Muzzopappa nel suo divertentissimo romanzo d’esordio “Una posizione scomoda” (Fazi, 2013) e lo fa con una dose di grande maestria e rispetto per chi in questa condizione ci si trova davvero.
La storia è quella di Fabio, trentenne originario di Viterbo, sceneggiatore di film porno. Certo il protagonista non si sarebbe mai aspettato di lavorare nell’industria del porno, proprio lui diplomato a pieni voti in una prestigiosissima scuola di sceneggiatura romana, lodato per il suo talento e con l’aspirazione per il cinema di qualità. Invece, dopo rinunce e fallimenti iniziali, è proprio la sceneggiatura di film a luci rosse l’unica occupazione che gli permette di mantenersi, riempiendolo di vergogna e costringendolo a mentire spudoratamente a genitori e amici che lo credono occupato in campo teatrale. Nonostante l’avversione nei confronti del suo onesto lavoro, però, la sceneggiatura per la pellicola “L’importanza di chiavarsi Ernesto" lo vede in lizza per l’ambito premio Zizì d’Or al Festival del Porno di Cannes, luogo dove avrà anche la possibilità di presentare l’opera che nasconde da anni nel cassetto, Il cielo di piombo, ad un produttore “vero” e lì ne succederanno di tutti i colori.
Si ride, letteralmente, ad ogni pagina, accompagnando Fabio in tutte le peripezie in cui si trova coinvolto, condividendo i suoi stati d’animo e facendo il tifo per lui.
Francesco Muzzopappa ha creato un personaggio letterario esilarante, tenero e testone come lo siamo tutti di fronte alle scelte della nostra vita, ai fallimenti, alle gioie e alle riprese in salita. L’umorismo è un mezzo attraverso il quale rivedere noi stessi, uno dei mezzi più difficili, in quanto bisogna essere dotati di gran talento per riuscire a far ridere i lettori su un argomento tanto delicato. Le pagine scorrono via veloci e si ha quasi la frenesia di non smettere di girarle per non abbandonare il protagonista di fronte alla valanga di situazioni strambe in cui si ritrova coinvolto, perché siamo sicuri che ce la possa fare a realizzare il suo desiderio più grande, come possiamo farlo noi.
- Leggi l’intervista a Francesco Muzzopappa nella nostra rubrica 4 chiacchiere (contate) con...
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