Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2
- Autore: Julian Barnes
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
“Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2” è un libro di Julian Barnes ritornato all’attenzione dei lettori grazie anche alla fama ottenuta recentemente dall’autore.
Questo è un testo assai particolare. Innanzitutto non è un vero e proprio romanzo: è diviso in capitoli narranti argomenti diversi, piuttosto inconsueti, particolari e, all’apparenza, non legati fra loro.
Perché questo libro non ha incontrato, inizialmente, l’interesse di molti? I racconti, in sé e per sé, non sono noiosi, anzi sono scritti con un certo umorismo ma, soprattutto, con quella finezza di dissertazione che Julian Barnes mette nei suoi libri. Sta al lettore lasciarsi guidare dall’autore in questo viaggio metaforico sulla vita. Di sicuro è una lettura piuttosto impegnativa, non per gli argomenti, ma per scoprire il significato che questi racconti celano.
Elemento portante è la storia del patriarca Noè che, con le sue centinaia e centinaia d’anni, viene colto sull’Arca in momenti inconsueti che un po’ sviliscono la mitica epopea. Chi narra tutto questo? L’animaletto che, secondo tutti, avrebbe dovuto esser bandito dall’Arca, tutta fatta di legno. Come si poteva, su di essa, fra gli animali del Creato, accettare un tarlo che del legno si nutriva? Quell’Arca, simbolo di salvezza, di accoglienza, ritorna, insieme alla storia del naufragio, nei vari capitoli.
Barnes alterna episodi inventati a resoconti romanzati di fatti storici come “Il naufragio della Medusa” rivisto e commentato, attraverso il dipinto di Géricault “La zattera della Medusa”; ad esso fanno seguito racconti frutto della pura fantasia di Barnes su due dame settecentesche, alla ricerca dell’Arca sul monte Ararat , fino all’astronauta Spike Tiggler che, sceso sul nostro pianeta, poco dopo l’allunaggio, ode una voce (forse quella di Dio) che lo invita a trovare l’Arca di Noè. Spike, assolutamente convinto di non aver avuto allucinazioni, tornato sulla Terra, cambia la sua esistenza, naturalmente con una serie di inconvenienti...
Capitoli che si susseguono, uno dopo l’altro, sugli eventi della vita, a partire da Noè in poi, e su ciò che viene dopo la vita, su un immaginario Paradiso frutto solo di un sogno che non collima assolutamente con la visione religiosa, ma che ha, comunque, un significato.
Il capitolo più bello e che dà valore all’opera intera è “Parentesi” in cui è l’autore stesso a dissertare sull’amore. Parla del sentimento che egli prova per la donna che dorme accanto a lui e che egli rimira con ammirazione. Barnes parla d’amore in modo acuto, particolare e fa riflettere.
“I love you. Per prima cosa sarebbe preferibile situare queste parole su uno scaffale molto alto, in una scatola quadrata sotto vetro che dobbiamo infrangere col gomito; in banca. Non dovremmo lasciarle qua e là, per la casa, in modo del tutto casuale come fossero una confezione di vitamina C. Se ci permettiamo di maneggiare le parole con eccessiva disinvoltura, finiremo col farne uso senza nessuna riflessione... Riascoltiamole: I love you. Soggetto, verbo, complemento oggetto ...Frase concisa, disadorna, inattaccabile...“.
Questo è il libro di Julian Barnes: un viaggio immaginario, alla ricerca di qualcosa, certo di una salvezza; ma, in fondo, ciò che più ci salva, a qualsiasi tempo e latitudine è l’amore non, però, quello facile, quello in cui tutto fila liscio ma quello in cui si soffre, si rischia, si prova dolore e che, in virtù di tutto ciò, ci permette di apprezzare le grandezze della vita.
Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2
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