Una tradizione urbana. Rosalia: à Santuzza
- Autore: Carlo Di Franco
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Un percorso conoscitivo attento e preciso scritto dalla penna di un antropologo appassionato delle tradizioni della sua terra nelle pieghe e nei meandri più nascosti e meno conosciuti.
Oggetto dell’attenzione di questa dettagliata ricerca è la Santa Patrona della città di Palermo, Santa Rosalia, la cui popolazione manifestò ampia gratitudine per averla liberata da un’epidemia di peste che ebbe luogo nel Seicento e che mietette migliaia di vittime.
Una devozione che si manifesta appieno ai nostri giorni, specie nella attuale ricorrenza del IV centenario dal rinvenimento sul Monte Pellegrino dei suoi resti mortali avvenuto nel 1624.
Di Rosalia, vergine ed eremita, si ripercorrono le tracce del suo vissuto in un’epoca di cui si analizzano con dovizia di particolari, gli usi e costumi nei diversi ranghi sociali e i vari segni in cui il popolo palermitano ha espresso ed esprime ad oggi la sua gratitudine e il suo attaccamento.
Il libro, Una tradizione urbana. Rosalia: à Santuzza (Edizioni Lapademi, 2024), corredato da un efficace apparato grafico, viene a manifestarsi come un ricco e sapiente contributo per un’ulteriore palesamento di tutta le attrattive, sia religiose, storiche che artistiche di Palermo.
Pertinenti e utili didascalie, posti alla fine di ogni capitolo, offrono al lettore facili e utili spiegazioni di alcuni termini dialettali e/o specifici di carattere storico e/o scientifico. E significativa è la dedica introduttiva che l’autore ha posto all’inizio del libro indirizzato: “Ai palermitani e non...” ai quali si augura buona lettura, rappresentando come un libro come questo, è importante nella misura in cui, citando Indro Montanelli:
“Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.”
Nello specifico, l’autore precisa che quella di Rosalia che confidenzialmente viene chiamata “à Santuzza”, è da definirsi una tradizione urbana, cioè relativa alla città e alla comunità cittadina che nel mese di luglio di ogni anno, con il "Festino" ha la sua esternazione più completa con grande partecipazione popolare.
Leggendo questo prezioso volume si ha una completa conoscenza della Santa Patrona in tutte le sue svariate sfaccettature e manifestazioni esteriori devozionali, come tra gli altri e numerosi e i vari ex voto o la cosiddetta “acchianata”: salita intesa come il percorso per potersi recare al suo Santuario. Ed ancora il semplice “Santino” apotropaico, utilizzato come amuleto per annullare un influsso magico maligno, per arrivare ancora all’edicola votiva con l’immagine taumaturgica. Ma l’immagine di Rosalia la si può trovare in ogni dove, sinanco nello sportello di una “lapa”, uno dei mezzi di trasporto tipici in questa terra di Sicilia.
La devozione nasce pochi anni dopo la morte, ma sono molte le testimonianze del culto anteriori a questa data: già nel 1180 i giurati della Città di Palermo fanno erigere una cappella sul Monte Pellegrino dedicata a Santa Rosalia, appena all’esterno della odierna grotta, e nel 1530 il Senato di Palermo restaura il convento.
Rosalia nasce all’inizio del XII secolo ed era figlia del duca Sinibaldi, dalla discendenza di Carlo Magno. Inserita nel Martirologio Romano nel 1630 da papa Urbano VIII, fu inclusa nel calendario gregoriano tramite la compilazione della “legenda” (una descrizione della vita e dei miracoli) alla data del quattro settembre (dies natalis), canonizzata dall’arcivescovo Gualtiero ma della “legenda” attribuita a Santa Rosalia, non rimane traccia alcuna.
La storia del suo sacro culto è intricata, così anche quella legata alle raffigurazioni artistiche, che va distinta in due diversi momenti, prima e dopo il 1624.
Molto frequente è l’iconografia di lei in abito da pellegrina, talvolta con in mano il bastone o anche la croce. Tante le raffigurazioni tra le quali quella del più illustre artista, Van Dych trovandosi a Palermo per un breve soggiorno, inizio a dipingere una tela per l’Oratorio i simboli che la caratterizzano: il teschio simbolo della fragilità umana e la corona di rose. Opere singolari realizzano i vari Rubens, ma anche Pietro Novelli dipinse diverse tele ispirandosi ai motivi vandickiani.
L’autore Carlo Di Franco, con dovizia di particolari, descrive minuziosamente le varie fasi dell’epidemia che procurò tante vittime dove per l’assistenza agli infermi venne utilizzato nel Mandamento Palazzo Reale, il vecchio palazzo della famiglia Sclafani, nel cui cortile venne affrescato, da ignoto autore, il “Trionfo della Morte”, che serviva da monito per coloro che ne varcavano la soglia.
Si ebbe il rinvenimento delle ossa di Rosalia sulla “Montagna Sacra” di Palermo il Monte Pellegrino già sede di un culto punico, probabilmente dedicato a Tanit, dea della fertilità, e di culti legati al monte, assorbiti sincreticamente in ambito religioso cristiano, e in particolare eremitico e si pose infine ai dubbi sulle autenticità delle ossa ritrovate. Il Pubblico Consiglio del 27 luglio 1624 stabilì di:
“Accettarla per comune intercessore et onorarla con titolo di Patrona, et per voto pubblico fabbricarle una cappella nella chiesa Cattedrale di questa città, con una immagine della santa et onorarla con solenne et pomposa processione.”
L’urna, riferisce l’autore, prese passo con i paramenti festivi accompagnata dal Presule e da alcuni Principi delle case nobiliari con le loro insegne araldiche, dopodiché si diede inizio alla processione. Il corteo, cosi composto, si snodò per il Cassaro e i palazzi che si affacciavano, erano interamente rivestiti di tessuti accuratamente disposti e arricchiti da ricami, in cui sfolgoravano le luci delle torce.
Di particolare e singolare interesse, il capitolo conclusivo titolato “Alla scoperta dell’iconografia rà Santuzza” al Monte di Pietà, attraverso edicole votive, cappelle, e altre rappresentazioni classiche della Santuzza.
Si descrive una proposta di un itinerario alla scoperta esperienziale del Culto Rosaliano, un culto ancora oggi assai vivo come viene anche opportunamente evidenziato e documentato.
Una nutrita bibliografia invita infine l’attento lettore a farsi parte attiva per meglio conoscere e approfondire il tema trattato.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Un libro perfetto per...
appassionato e studioso di Storia della Sicilia,
Storia dei Santi Patroni, Tradizioni popolari.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una tradizione urbana. Rosalia: à Santuzza
Lascia il tuo commento