Sabato 12 novembre alle ore 18 la Libreria Il Gorilla e l’Alligatore ospiterà Matteo Grimaldi per il "Pomeriggio con l’autore".
Lo scrittore presenterà con l’occasione il Suo ultimo libro "Una valigia tutta sbagliata", pubblicato lo scorso gennaio da ET/ET Edizioni. Come molti di voi che ci seguite sanno, Matteo collabora da alcuni anni con SoloLibri.net (sia per la rubrica "Uno scrittore ci racconta un libro" che per la rubrica da lui direttamente curata "4 chiacchiere (contate) con..."). Di seguito trovate un’intervista che Matteo ha rilasciato per SoloLibri.net.
Come sia stato l’incontro con la Libreria Il Gorilla e l’Alligatore ci era sconosciuto, finché Matteo non ha raccontato la storia pubblicando sul suo blog una vera e propria dichiarazione d’amore per questa piccola libreria indipendente, che in preparazione della presentazione ha allestito il "Grimaldi corner" (nella foto), dedicato ai libri dello scrittore.
Un ringraziamento anche da parte nostra a Giuseppe e Stefania per l’amore che mettono nel loro lavoro di librai e per lo spazio dedicato ai giovani autori.
Chi si trovasse ad Orte o dintorni è invitato sabato 12 novembre alle ore 18 presso la libreria il Gorilla e l’Alligatore in via Giacomo Matteotti 41, nei pressi del Municipio e del Duomo.
- L’evento su Facebook
- Volete l’invito ufficiale? La libreria ha preparato anche questo!
- Matteo Grimaldi su SoloLibri.net
Intervista a Matteo Grimaldi
Dopo le avventure di Luca Sognatore in "Supermarket24" (Camelopardus, 2010), "Una valigia tutta sbagliata" è una raccolta di racconti che narrano di viaggi alla ricerca di una nuova possibilità e fughe per lasciarsi dietro il passato.
- Matteo, parlaci di questa raccolta di racconti: come è nata?
Parlare di ‘Una valigia tutta sbagliata’ mi riesce faticoso più di quanto pensassi perché, per farlo
senza tradire gli occhi di chi sta leggendo, devo percorrere a ritroso la strada che mi ha portato
fino all’ultima parola dell’ultimo racconto. Ho un ricordo limpido del preciso istante in cui ho
iniziato a riempire la mia valigia, tutta sbagliata come quella dei protagonisti delle storie contenute
nella raccolta, perché non potevo avere la giusta lucidità per capire cosa portare e cosa lasciare,
m’importava solo partire, cioè scappare. Ho viaggiato né più né meno di un cittadino medio. Viaggi
voluti, attesi, improvvisi, scongiurati, sofferti, viaggi programmati e last minute. Ce n’è uno che
mi ha sorpreso nel corso della notte, terrorizzato, afferrato e portato via cambiandomi il cuore e la
vita, ed è l’unico del quale, col senno di poi, non sceglierei di parlare: il 6 aprile 2009, partenza da
L’Aquila destinazione non so. Si è trattato di una fuga mascherata dalla convinzione di lasciare la
mia disperazione a L’Aquila e non vederla più assieme a tutte le facce che abbandonavo nel loro
momento di massima sofferenza. Non ho scritto una sola parola per mesi, dopo il terremoto. A un
certo punto ho pure creduto che mai più avrei sentito il bisogno di farlo. C’erano troppe cose da
sistemare per pensare a scrivere. In silenzio subivo l’attacco di tutti quei perché?, di tutti quei e
adesso? Ogni parola restava bloccata, pesante come un macigno che crollava fino in fondo alla mia
anima e toglieva un altro po’ di spazio al respiro e al pensiero.
Non ho mai sofferto il caldo come nella notte umida di Firenze in cui ho sentito liquefarsi la rabbia
e venir fuori assieme al sudore, e allora ho scritto. Per giorni ho lasciato andare i miei pensieri
sull’Arno. Più lo facevo più mi sentivo meno arrabbiato per quello che la Natura e l’uomo avevano
causato.
- Che genere di viaggi affrontano i tuoi personaggi? Quanto ti rispecchi in loro?
‘Mai abbastanza lontano da me’ è stato il primo dei sei viaggi impossibili che ho affrontato
e quello che più rappresenta l’intera raccolta perché li contiene tutti. Dev’esserci un motivo forte
per partire e quelli dei miei protagonisti non sono viaggi di piacere. Loro non possono far altro che
mettersi in cammino, talvolta correre senza più fiato nel tentativo di inseguire l’unica possibilità
su un milione che porta all’obiettivo, convinti che esista. Io sono come loro: tento spesso viaggi
impossibili, viaggi indietro nel tempo, nel ricordo, oppure oltre la morte. Non mi arrendo a perdere
quanto di più importante esiste per me. I protagonisti della Valigia fanno così, cercano la vita pur
scappando dalla loro, senza l’amore non ce la fanno.
- L’amore sembra essere un leit motiv dei tuoi racconti, in ogni sua forma: che tipo di amore descrivi?
L’amore passionale, l’amore corrisposto,
l’amore che cambia, l’amore che muore, l’amore del mare che non sa tradire in ‘Sms dal mare’,
l’amore di Alberto che non sa aspettare, in ‘MutoDentro’, l’amore di Marco, Giulia e Dario che
tentano di restare sul filo di un equilibro che non può durare ne ‘Il dolore definitivo’, l’amore
della piccola Mia per i suoi sogni che la illudono di poter cambiare la realtà semplicemente
colorandola con la magia, in ‘Luci di cera’, un esperimento fantasy dolcissimo che chiude la
raccolta. L’amore “a gocce di cristallo” in ‘Quattordici febbraio’. “Cercatelo, perché questa raccolta
ne è colma”, scrive Mauro Marcialis nella prefazione.
Credevo di aver nascosto i miei frammenti segreti dove nessuno avrebbe potuto mai trovarli e
invece mi sbagliavo. Mauro Marcialis è riuscito ad andare oltre le trame e i dialoghi. Ha trovato il
baule chiuso a chiave nella cantina delle mie insicurezze, ha scardinato il lucchetto e ha sfogliato
le cartoline e le foto del passato, le immagini dei sogni del futuro.
- I personaggi dei tuoi racconti troveranno quello che cercano o si arrenderanno al loro ineluttabile destino?
In ‘Una valigia tutta sbagliata’
nessuno dei personaggi si arrende, perché se il passato non possono cambiarlo e il futuro conoscerlo, il presente è
adesso e dipende da loro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una valigia tutta sbagliata, Il Gorilla e l’Alligatore
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