Una vastissima distesa di mare
- Autore: Tahereh Mafi
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Leggereditore
- Anno di pubblicazione: 2024
Nulla dopo l’11 settembre sarebbe più stato come prima. In Una vastissima distesa di mare ( Leggereditore, 2024, traduzione di Laura Mastroddi) è narrata la triste vicenda di Shirin e di quanto l’islamofobia ci abbia reso e ci rende ostili ancora oggi. Tahereh Mafi, figlia di genitori immigrati dall’Iran, è nata in una piccola città del Connecticut. Dopo essersi laureata alla Soka University Of America in California, ha continuato gli studi a Barcellona in Spagna. Ha diversi livelli di competenza in otto lingue diverse. Per il New York Times e USA Today è la maggiore autrice di bestseller.
La storia della adolescente Shirin è dolorosissima e lascia un amaro in bocca. L’autrice ha vissuto sulla sua pelle molto di ciò che viene narrato e questo rende il suo romanzo ancora più straordinario e potente. Shirin e la sua famiglia erano musulmani americani. Intelligente e matura per la sua età, frequentava la terza liceo dopo aver cambiato molte scuole per i numerosi traslochi. Il doversi sempre spostare era per la sua famiglia necessario, sempre in cerca di qualcosa che rendesse la loro vita migliore. Suo fratello Navid era più grande di due anni, nell’ambiente scolastico era pieno di amici, praticava la boxe, andava a correre. Era bello, attraente e amava la breakdance e sembrava non vivere il disagio di Shirin: nessuno gli urlava terrorista, talebano.
Non importava che fosse nata in America e che l’inglese fosse la sua prima lingua. Le notizie di attualità non le davano tregua: l’11 settembre era stato solo l’autunno prima, ma le occasioni per aggredirla non erano mancate. Avevano massacrato il suo nome, le urlavano torna da dove sei venuta. Altri due anni e avrebbe lasciato quella scuola di idioti per andare all’Università. La musica alleggeriva le sue giornate, gli auricolari li nascondeva sotto il suo foulard; le piaceva il fatto che con il suo hjiab nessuno poteva vedere che stesse ascoltando musica. Non era obbligata ad indossarlo ma le piaceva. Sarebbe stato a causa dell’odio non indossare un hijab, e invece lo portava come segno di forza, per lei era la sua armatura. I suoi genitori li considerava persone fantastiche con le loro storie alle spalle. Come quella di suo padre partito tutto solo per l’America a sedici anni, lasciando alle spalle un Paese in guerra. Il nonno in Iran era stato un architetto e aveva progettato alcuni degli edifici più belli del Paese. Non confidava loro le sue sofferenze, si chiudeva in camera a fare i compiti e a leggere i suoi libri: aveva ereditato dal padre l’amore per la lettura. Un lavoro di gruppo voluto dai professori obbligò Shirin a lavorare ad un progetto di biologia con Ocean. Lei non aveva mai instaurato rapporti in classe, né fuori dalla classe, era una solitaria che amava ritrovarsi dopo le lezioni sotto il suo albero preferito, da sola ad ascoltare la sua musica. Unica distrazione erano le lezioni di breakdance con il fratello. Le piaceva la storia che c’era alle spalle: negli anni settanta nelle strade del Bronx di New York, le bande si scontravano nelle gare di danza per il dominio del luogo.
“La breakdance comportava un impegno fisico molto faticoso, ma era uno sforzo che mi riempiva di gioia e mi dava uno scopo.”
Ocean non le sarà indifferente. Sulle prime guardinga, si affezionerà al giocatore della squadra di basket ammirato da tutte le ragazze. Era la prima volta che sentiva di essere innamorata. Ma l’amore interrazziale porterà ad affrontare sfide che influenzeranno la loro tenera relazione in modo negativo. Ocean era il golden boy della squadra, lei sapeva che aveva una vita incasinata con i genitori separati e assenti, e che tutto il suo impegno mirava all’Università; poteva essere espulso dalla squadra di basket per le numerose lettere di protesta.
“Stare con me avrebbe fatto scoppiare la comoda e sicura bolla in cui Ocean viveva. Tutto ciò che riguardava me, il viso, il mio abbigliamento, era ormai diventato qualcosa di politico.“
Shirin affrontava ogni giorno il razzismo, l’ingiuria, le umiliazioni, lei era abituata a gestire quel genere di situazioni: sapeva come far fronte ai colpi e schivarli. Ma per Ocean era una novità, anche se la amava e non voleva arrendersi. Voleva mantenere le distanze tra loro, era ciò che più desiderava per il bene di Ocean. A causa dei pregiudizi Shirin aveva sviluppato una pelle dura, ma insieme ad Ocean era come se stessero annegando in una distesa di mare molto grande, lo stesso oceano che non li univa. Dovrà allontanarlo del tutto da sé perché in cuor suo sapeva che non era pronto a destreggiarsi in una situazione che lo aveva travolto all’improvviso, e a vivere l’esperienza straziante di una folla apertamente ostile.
Una vastissima distesa di mare è un romanzo intenso, commovente. La storia di dolore di Shirin è ancora attuale in un momento storico che preoccupa e che si interroga sulla guerra. Le frustrazioni, le paure, il razzismo, il coraggio: sono tanti gli argomenti racchiusi nella breve storia d’amore dei due protagonisti, due ragazzi adolescenti che un piccolo paese dell’America riuscirà a disumanizzare e non ammirarli per le loro qualità.
Una vastissima distesa di mare
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