Una verità inutile
- Autore: Lilly Manassero
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Lilly Manassero, giovane scrittrice nata a Benevello, nelle Langhe, vive da diversi anni ad Alba. Ha pubblicato due libri di poesie e due precedenti romanzi: “L’urlo nel pozzo” e “Soltanto un uomo”.
“Una verità inutile” è il suo ultimo romanzo e mi permetto di segnalarne la lettura perché è un libro con una notevole capacità di coinvolgimento, un fitto incontro di pensieri ed anime. Ci si ritrova incantati ad ascoltare, e nel contempo a raccontare. Trasmette con rara trasparenza emozioni profonde. È una storia moderna, dove il protagonista, Giulio, francese, torna in Piemonte per cercare “la verità” sulla sua famiglia. La famiglia è una costante di quest’opera, la culla di ogni amore, fondamento della civiltà.
Giulio torna nelle Langhe, a Cortemilia, per seppellire il padre, morto di tumore, ma soprattutto per scavare a fondo di quel “terribile segreto” che ha atrocemente segnato la sua gente, che ha portato il padre ad andarsene lontano da quei luoghi. Il padre stesso non lo ha mai fatto partecipe di questo mistero, a parte solo qualche frase buttata qua e là, ma rimane un po’ deluso:
“Arrivai a Cortemilia sotto una pioggerellina inconsistente. Il triste e deprimente paesaggio spense buona parte del sollievo. (…) Se questa era la bellezza delle Langhe tanto decantata da mio padre, ne rimasi profondamente deluso. Sensazione di freddo e di umido”.
Incontra personaggi semplici e ruvidi, come Mirella, di cui si innamora perdutamente, Augusto, il caro amico del genitore, Giuseppe e tanti altri. Scopre il segreto, risultato di debolezze umane, di vite grame e sacrificate, di maldicenze e di cattiveria umana:
“Sotto questo portico avvelenato dalle debolezze umane, è rimasto qualcosa di quel dolore? Qualcuno si è mai fermato a spendere un pensiero o a recitare una preghiera?”.
Bellissima e ricca di significato è la chiosa finale:
“Un ritorno a casa è un richiamo a cui non si può non rispondere. (…) amava la sua terra. E la sua terra lo ha aspettato per tanti, lunghissimi anni. Una terra paziente, materna, affidabile. La terra non è come le persone: non giudica, non tradisce. Allarga le braccia e ti accoglie. Quando torni a casa”.
Il richiamo alla terra finale è metaforico, rappresenta l’apice della narrazione, è il plot narrativo. Un libro sulle tradizioni ataviche, sorpassate, ma ancora resistenti nella piccola realtà di provincia. Una lettura intrigante, una pennellata oscura e tragica, sul fascino inebriante e ammaliatore e fine a se stesso del pettegolezzo e della maldicenza. Lo stile è semplice e lineare; il paesaggio delle Langhe ben tratteggiato e preciso; i personaggi tragicamente “umani”.
Una verità inutile
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