Undici solitudini di Richard Yates

Undici solitudini sono gli undici racconti di questo libro di Richard Yates. Con questa sua opera lo scrittore americano ci racconta un certo tipo di umanità, quella che è poco appariscente, quella che cerca in qualche modo di emergere ma non ne ha la forza e continua a vivere nella propria mediocrità.

Gente comune, quindi, quasi come quella raccontata da Carver e in effetti i due scrittori sono spesso accomunati, ma come giustamente fa notare Paolo Cognetti nella prefazione al libro, Carver ti fa provare simpatia per i suoi personaggi, Yates ti fa provare una sensazione strana, che non riesci bene a catalogare, passando dalla simpatia all’antipatia in poche pagine.

E’ così per un po’ tutti i personaggi, dalla maestra che nel tentativo di far integrare un ragazzo si fa odiare, al tassista che vuole emergere facendo scrivere delle storie partendo dalla sua esperienza, dall’uomo che in sanatorio perde la sua distinta signorilità all’altra maestra che non riesce assolutamente a essere amorevole e coinvolgente, dalla moglie che tradisce il marito convalescente all’ex militare che vive di un precario equilibrio forse dovuto a una potenzialità che non ha potuto esprimere in guerra.

Le storie presentano tutte dei tratti autobiografici o comunque risentono delle esperienze che l’autore ha vissuto. Diversi i racconti dove la vita militare è presente, così come quelli nel reparto tubercolosi. Senza tralasciare l’ultimo racconto dello scrittore che cerca di venire fuori dalla massa sentendosi in qualche modo superiore ma che non riesce a farlo forse perché non riesce a farsi capire.

La scrittura scorrevole permette una certa facilità nella lettura, ma le storie non sono facili da digerire. Un libro, secondo me, da leggere se vi piacciono le storie dove è possibile ritrovare qualcosa di voi stessi, anche se quello che rintracciamo di noi potrebbe non essere piacevole. Proprio questo forse ci fa poco digerire queste storie e ci disturba dei personaggi per i quali non sappiamo deciderci se provare odio o amore.