Uno dei nostri
- Autore: Willa Cather
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2014
Nat Wheeler “era arrivato in quella parte del Nebraska quando nei dintorni si vedevano ancora indiani e bufali, ricordava l’anno delle cavallette e il grande ciclone; aveva visto le fattorie emergere dalla grande pagina ondulata dove solo il vento, un tempo aveva scritto la sua storia”.
Il ricco agricoltore era un uomo grande e grosso, il più alto e corpulento del vicinato, il viso florido era ben rasato, l’uomo colpiva per l’espressione bonaria unita a un umorismo un po’ triviale. “Nessuno nella contea aveva mai visto Nat Wheeler agitato per qualcosa”, era famosa la sua imperturbabilità. Sua moglie Evangeline arrivata dal Vermont per fare la preside nella scuola media superiore quando Frankfort era un paese di frontiera e Nat Wheeler uno scapolo facoltoso, “era così coraggiosa, e così vinta”. I figli degli Wheeler possedevano ciascuno una personalità diversa: Bayliss, il maggiore aveva una mentalità affaristica, il figlio minore Ralph era attratto dai macchinari e da tutto ciò che era moderno. Il figlio “di mezzo” Claude, capelli rossi, fisico elegante e un’istintiva vitalità, era ancora indeciso sulla strada da intraprendere nella vita. Ma il mondo interiore di Claude era sconfinato come le distese del luogo, dove era nato. Il giovane non riusciva a nascondere il suo scontento, perché certo che ci fosse qualcosa di meraviglioso nella vita, “se solo fosse riuscito a scoprirlo”.
Abbandonati gli studi presso il seminario del Temple College di Lincoln, Claude si iscrisse a un corso speciale sulla storia europea alla State University. Lo studente “usciva dalle lezioni con la sensazione che il mondo fosse pieno di cose stimolanti e che era una fortuna essere vivi e poter andare alla loro scoperta”. Il padre di Claude era convinto che il figlio sarebbe stato un bravo agricoltore, “la terra è fatta per l’uomo e viceversa”. Addio quindi ai sogni di gloria e di libertà, l’aratro aveva tracciato già una vita simile a quella del genitore: Claude si sposò con un’amica d’infanzia Enid Royce, figlia di un commerciante di cereali, uno dei pionieri della regione. Il matrimonio si rivelò presto un fallimento, tutto quello che riguardava il rapporto sessuale disgustava Enid, che detestava ogni forma di ardore.
L’eco dei venti della Prima Guerra Mondiale era arrivato fino negli Stati Uniti, nazione che nell’aprile del 1917 dichiarò guerra alla Germania. In cerca di riscatto Claude partì volontario per la Francia. Il suo destino era segnato.
“Qualcosa di nuovo e, certamente maligno, era all’opera nel genere umano. Nessuno era in grado di dargli un nome. Nessuna delle consunte parole che descrivevano il comportamento umano pareva adeguata.”
Willa Cather (1873 - 1947) con Uno dei nostri (titolo originale del volume One of Ours, traduzione di Anna Maria Paci) ritrasse quelle immense terre dello Stato americano del Nebraska che l’avevano vista crescere. L’autrice americana, nata nei pressi di Winchester in Virginia da una famiglia di origini irlandesi e alsaziane, trascorse la sua giovinezza a Red Cloud, un piccolo villaggio del Midwest. A quella grande provincia d’America prevalentemente colonizzata da immigrati provenienti dalla vecchia Europa (soprattutto cechi e scandinavi), Willa rimase legata per tutta la vita facendola diventare spesso protagonista della sua letteratura, a torto giudicata come narrativa regionalista.
Il romanzo, pubblicato nel 1922, riproposto dopo anni in Italia da Elliot nel 2014, diede la definitiva consacrazione del successo alla scrittrice e le valse un anno dopo il prestigioso Premio Pulitzer. Per la redazione del volume, classico romanzo di formazione e di guerra, l’autrice si era ispirata alla storia e alla morte avvenuta in Francia di un suo cugino durante la Grande Guerra. Una vita senza emozioni e piatta come le verdi vallate natie spingono Claude Wheeler in Europa ma le trincee francesi gli apriranno gli occhi sul significato dell’esistenza facendogli sentire nostalgia per il mare d’erba delle praterie del Nebraska.
La scrittura raffinata, intima e scorrevole di Willa Cather che seppe raccontare con precisione i luoghi che aveva visto e conosciuto durante la sua vita, rivela una mente eclettica, esigente e sofisticata. Non per niente i suoi maestri letterari furono Henry James e Gustave Flaubert, le sue letture giovanili la Bibbia, Virgilio, Dante, Shakespeare, Tolstoj, Stevenson, Crane e Kate Chopin. Ma l’anima e il cuore di Willa erano legati in modo indissolubile a quelle distese del Nebraska, che videro sbarcare pionieri presto trasformatisi in volitivi, indomiti conquistatori e ai quali il libro è idealmente dedicato.
Evocativa la frase d’esergo del volume tratta da una poesia di Vachel Lindsay:
“Volate ancora, aquile dell’Ovest.”
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