Uscire dal mondo
- Autore: Edoardo Albinati
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2021
Quando si leggono questi tre racconti di Edoardo Albinati, uniti dal titolo Uscire dal mondo (Rizzoli, 2022), si capisce quanto le storie degli altri ancora ci intrigano, ci fanno riflettere e ci commuovono, con la consapevolezza che dei romanzi e dei racconti abbiamo bisogno per dare forma al nostro essere al mondo, anche quando ci sfugge il senso.
Il titolo di Albinati è per questo un condensato dei nostri desideri: stare con gli altri per verificare il nostro bisogno primario di socialità, per dare credito ad Aristotele quando afferma che l’uomo è un animale sociale, ma anche per assecondare il nostro bisogno di solitudine, di cui non sembriamo mai sazi, soprattutto se è una scelta.
La pandemia ancora in corso addirittura ci ha messo nella condizione di subirla, la solitudine, e in questo caso le cose si complicano, perché non c’è una vera scelta, fino a casi limite come la detenzione in un carcere.
Forte del suo mestiere di insegnante di italiano nel carcere di Rebibbia, a Roma, Albinati scrive di un ragazzo detenuto con molti problemi di aggressività, che sopporta il carcere solo se strafatto di droghe. Con la complicità di un secondino che gli passa la droga giornalmente, perché ha conosciuto un’amica del ragazzo, un suo vecchio amore, una trans (anche se Albinati scrive un trans e, come ha spiegato in questi giorni di presentazione del libro, è perché in carcere si dice così, perché ai detenuti non interessano i problemi di identità del genere) di nome Cinzia, che gli dà le dosi per il ragazzo. Il secondino però lo fa per soldi e c’è un pedaggio sessuale ogni volta.
D’altronde i margini per il ragazzo per un futuro reinserimento sono quasi nulli: in classe sa solo irritare la professoressa di matematica con chiare allusioni sessuali, è un ragazzo perduto. Una parziale vittoria sarebbe stata quella di disintossicarsi, ma così cammina sull’orlo di un baratro. La scrittura di Albinati, in questo primo racconto dal titolo Ragazzo A, è asciutta, spesso greve, ci sono parole dialettali quando parlano i detenuti. D’altra parte, in un’intervista l’autore ammette che dopo anni e anni di insegnamento, a Rebibbia non è cambiato niente. Anzi, sempre perché oscilliamo tra solitudine e socialità, fare gruppo in un carcere non è mai un fatto positivo, con buona pace per Aristotele.
Il secondo racconto dal titolo La figlia strana, il più complesso da un punto di vista narrativo, il desiderio di separatezza si scontra con i ferventi cattolici guidati da Padre Alighiero, che non sembra indifferente al fascino femminile, soprattutto quando a imitarlo c’è il farmacista Fanelli, e scrive l’autore che poteva anche non studiare Farmacia ed entrare in una filodrammatica per quanto è bravo a imitare le voci, sia
femminili che maschili.
Fanelli inscena sempre partendo dalla confessione che i preti sono autorizzati a ricevere. Fanelli impersona una donna di trentaquattro anni che si confessa dal prete, partendo dall’indifferenza sessuale cui è giunto il marito, mentre lei ha ancora dei bisogni; il prete la corregge: sono gli animali ad avere dei bisogni, gli uomini e le donne hanno desideri. Fanelli si ingegna per fare la donna ritrosa tutta rossori, in realtà lui non crede più a niente e quindi gli riesce facile spargere in giro la voce di un prete che ha bisogno di lusingare le signore che frequentano la Chiesa.
Gli uomini come Fanelli ti rovinano la vita, ti mettono alla berlina, perché si annoiano a fare, in questo caso, il farmacista. Nel suo caso lui non può accettare la solitudine, perché vedrebbe il "mostro" che è diventato.
Il terzo racconto, Oubliette, che Albinati ha rimaneggiato per molto tempo è la storia di una artista che ha come unica compagnia il suo cane Fizz, che ha perso tutto il pelo.
L’artista era diventato misantropo e ipocondriaco e la cosa che gli veniva meglio era stare lungo ore seduto con le gambe accavallate su una poltrona, mentre Fizz su una poltrona gemella stava accucciato e dormiva. Quando era sveglio, l’artista iniziava ad accarezzarlo. Ma la vita reale non può prevedere una totale solitudine, temperata dalla presenza di Fizz, perché anche l’artista deve rispettare delle scadenze, deve fare delle commissioni, scoprendo nel frattempo che le tasse il suo commercialista non le ha mai pagate per conto suo e ora vive in qualche paradiso fiscale.
Edoardo Albinati mostra una destrezza nei racconti che ci stupisce. Cambia registro per ogni racconto narrato, sa dosare i colpi di scena e sa scrivere egregiamente di passioni e di cuori aridi, di sconfitte esistenziali senza rimedio e di cadute "costruttive". Non c’è una tipologia di lettore a cui consigliare i tre racconti di Uscire dal mondo. Sono molto belli e tanto basta.
Uscire dal mondo
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