Utili consigli per il buon investigatore
- Autore: Alexander McCall Smith
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2012
«La serie di Mma Ramotswe si è trasformata in un ricco arazzo dalle sfumature straordinarie.»
The Wall Street Journal
Una storia così semplice da apparire elementare: ma nella levità della scrittura di McCall Smith la profondità ci appare come fuoco che arde nella brace.
L’investigatrice Precious Ramotswe dirige la Ladies’ Detective Agency n.1, l’unica del Botswana gestita da donne, insieme alla signorina Grace Makutsi, sua assistente detective (come ama precisare quando si presenta), due figure femminili originali ed imperdibili. Mma Ramotswe è dotata di conciliante bontà di cuore, sagace quel tanto da conferirle un’aura d’insindacabile autorità generata sia dall’esperienza sia dalle consuetudini del suo paese. L’occhialuta segretaria, Makutsi, è così tanto permalosa che interpreta alla lettera quanto le viene detto, appassionata di proverbi, maniacale, efficiente e precisa anche nelle insignificanti dinamiche d’ufficio. Eppure dovrà subire un affronto che rischia di incrinarne la fiducia e le prospettive future. Seppure i casi da sbrigliare siano pochi e perlopiù storie di tradimenti, di piccole riscossioni di denari o di raggiri, entrambe le detective ci mettono tutto l’impegno e la devozione dei loro animi e caratteri.
Nel Botswana, uno dei paesi africani più gradevoli e pacifici al mondo, ancora ingenuo e appena sfiorato dalla corruzione del progresso più deteriore e consumistico, la trama con i suoi personaggi si muove in un’atmosfera d’impalpabile incanto e, al massimo, la malvagità è la gelosia morbosa della zia del fidanzato, Phuti Radiphuti della signorina Makutsi o le arti ammalianti di Violet Sephotho che irretisce maschi sprovveduti. I metodi investigativi della due donne sono talmente empirici e oserei dire alla buona che l’unica arma che usano è l’ascolto comprensivo delle persone implicate in un caso e poi c’è quel noto brivido che accompagna la signora Ramotswe ad ogni svelamento del “mistero”. L’agenzia dispone di un magro conto cassa perché le entrate sono scarse a tal punto che tra i collaboratori si annoverano i meccanici dell’officina del marito della nostra ineffabile investigatrice. La normalità dell’agenzia è interrotta dall’arrivo di una lettera dall’America scritta da un avvocato di St Paul, esecutore testamentario di una signora di nome Estelle Grant, mancata da poco. La turista americana ha lasciato una piccola eredità consistente in tremila dollari alla guida di un safari camp in mezzo alla natura durante un suo viaggio in Botswana quattro anni prima e nel mese di giugno perché si era mostrato molto gentile con lei che si era sentita trattata come un membro della famiglia. Il problema è che non ricordava né il nome del safari camp né della guida e quindi tocca all’agenzia rintracciarlo sulla base della sola data.
L’indagine offre l’occasione alle due donne di intraprendere un viaggio verso il selvaggio nord, in the road, affascinante e magico, ricco di incontri, a contatto di una natura incontaminata dove gli animali allo stato brado danno una sorta di inquietudine all’avventura, all’autore la magia di descrivere luoghi e paesaggi mitici nella fantasia di noi europei. Alla conclusione del caso la datrice di lavoro e la sua assistente ritorneranno più unite di prima in un legame rinnovato di complice amicizia.
Siamo lontani dalle atmosfere torbide o gotiche o inquietanti di tanti polizieschi o noir o crime che dir si voglia, così come siamo distanti dai caratteri a tutto tondo di eroici investigatori infallibili o disillusi o tormentati e borderline e da killer psicopatici che nutrono il lato oscuro di ognuno di noi. Non c’è un intreccio investigativo nel senso di costruzioni e meccanismi ad incastro che conducano a risoluzioni inattese o ad effetto. Neppure è descritto un universo criminale costituito da organizzazioni o infiltrazioni mafiose, da traffici di droga, ma una piccola cittadina, Gaborone, tranquilla e soporifera sotto il caldo e cocente sole africano dove le virtù delle buone maniere (Non è alzando la voce che si cambiano le persone, Mma Ramotswe) e della convivenza possono essere messe in discussione da pregiudizi e pettegolezzi locali, dettati più che altro da discutibile curiosità tutta umana. Non ci aspetteremo situazioni emotivamente travolgenti da action movie, è un lento scorrere della vita d’altri tempi, per noi occidentali, senza stress e frenesie e brame né di potere né di ricchezza. Non è un quadro idilliaco o zuccheroso della realtà, perché non sempre le tinte fosche sono riconducibili ad una scrittura iperrealistica ed impegnata. Siamo talmente abituati ad un linguaggio letterario in cui spesso si privilegiano le parole rare o difficili del vocabolario, sperimentazioni linguistiche ardite e spesso artificiose che ci sorprende quando uno scrittore adotta una piana e lineare scrittura e lo bolliamo, in modo sbrigativo, come banale o peggio ovvio e scontato. Non mi sembra proprio il caso di McCall Smith che con bonaria ironia ci disegna un mondo di piccoli uomini che nelle quotidiane occupazioni umili e non di capitale importanza per la comunità dimostrano dignità professionale e comportamenti morali assolvendo i loro impegni con grande adesione e minuzia. Esempio il marito di Mma Ramotswe, il signor JLB Maketoni, ottimo meccanico e brava persona, tratta tutte le macchine da riparare come se fossero le proprie, non ama i messaggi ambigui, ma la maniera esplicita di esprimersi:
“E’ sempre meglio dire esattamente ciò che si vuole dire”.
Spesso si abbandona a riflessioni tipo: pochissimi esseri sono quasi perfetti, quelli che ce la mettevano tutta, ma non arrivavano ad essere assolutamente impeccabili; pochi individui erano davvero cattivi, un numero molto ridotto e poco evidente in un paese come il Botswana, dove lui aveva la grande fortuna di vivere. Persone felici di essere come sono e di trovarsi dove si trovano, anche se nessun paese è assolutamente perfetto, il Botswana ci va molto vicino, in un felice connubio con la natura e i suoi cicli, non alterata o oltraggiata dall’uomo e dà i suoi frutti e nutre le sue creature. La campagna scorreva in un tappeto grigioverde di arbusti e si allungava a vista d’occhio fino al punto in cui gli affioramenti rocciosi delle colline segnavano la fine della terra e l’inizio del cielo. Con le piogge era spuntato un fitto manto d’erba fresca tra gli alberi; il che era un bene, perché presto si sarebbe trasformato in grandi quantità di quel dolce foraggio che ingrassava. Ed era un bene perché bestiame grasso voleva dire persone grasse, non soprappeso, ma ben nutrite e dall’aspetto prosperoso.
Si può chiudere questa nota di commento con le riflessioni conclusive che la signora Ramotswe distilla con ricche sfumature positive.
“Saper prendere la vita nel modo giusto è un dono inestimabile, non lamentarsi della vita né dare la colpa agli altri quando la causa dei nostri mali siamo noi. Sii felice di essere chi sei e di vivere dove vivi, e cerca di trasmettere agli altri la felicità, la gioia e la consapevolezza che sei riuscita a conquistare per te stessa. Si possono chiudere gli occhi per pensare alla terra che ci ha dato la vita e il respiro, e a tutti i motivi per i quali siamo felici di starci, con le persone che conosciamo, con le persone che amiamo.”
Saranno forse parole semplici e buone, ma spesso la grandezza o la piacevolezza sta nelle piccole cose alle quali non diamo importanza perché diamo troppa importanza a noi stessi.
A mio parere una piacevole lettura.
Alexander McCall Smith, nato e cresciuto in Africa, è professore di diritto presso l’Università di Edimburgo ed è stato vicepresidente della commissione per la genetica in Gran Bretagna. Guanda ha pubblicato, della serie di Precious Ramotswe e della sua Ladies’ Detective Agency N.1: Le Lacrime della giraffa, Morale e belle ragazze, Un peana per le Zebre, Il tè è sempre una soluzione e tanti altri. Della serie 44 Scotland Street: 44 Scotland Street e Semiotica, pub e altri piaceri. La raccolta di racconti su Edimburgo Storie di una città, dove McCall Smith compare come autore insieme a Irvine Welsh e Ian Rankin.
- Titolo originale The Double Comfort Safari Club
- Traduzione di Serena Bertetto
- Una nuova avventura di Mma Ramotswe, la «Miss Marple» africana
- Ed. Guanda 2012
- Narratori della Fenice
Utili consigli per il buon investigatore: Un caso per Precious Ramotswe, la detective n° 1 del Botswana (I casi di Precious Ramotswe, la detective n.1 del Botswana)
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Ho scoperto da poco Alexander Mc Call Smith e già sono al terzo libro. E’ proprio vero, incanta con la sua semplicità di parola e profondità di pensiero. Leggo di solito quasi tutto di un autore, se mi appassiona. Con lui sono tranquilla, perchè mi aspettano tanti piccoli gioielli.