Vado a comprarmi le scarpe da tango
- Autore: Mario Abbati
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
“Una donna, invece, se sotto il calcagno non ha dieci centimetri di tacco, ma di quei tacones là, se l’inclinazione non è di quell’angolo speciale che sanno misurare solo coi goniometri di Buenos Aires, allora non ha il diritto di chiamarsi ballerina di tango.”
Vado a comprarmi le scarpe da tango di Mario Abbati (Alter Ego, 2018) è una raccolta di diciassette racconti con un comune denominatore: l’ambientazione nel mondo dei ballerini di tango.
Protagonista è il tanghèro Mario, intorno al quale gravitano curiosi personaggi come donne fatali e stravaganti, ballerini dilettanti e maestri esotici, fotografi invadenti, una inquietante ballerina di porcellana. Ma protagoniste sono anche le scarpe da tango, soprattutto quelle femminili, che coi loro tacchi a spillo e i laccetti colorati fanno impazzire le donne e diventano la "mercanzia più richiesta dell’universo".
In un mix di vicende reali e surreali, le storie parlano di sentimenti universali, di sogni, dubbi, paure e perplessità di uomini e donne. Anche se non siamo tanghèri, anche se le ambientazioni o le vicende narrate sono lontane dalla nostra realtà quotidiana, ogni racconto suscita empatia e sa emozionarci, perché sta parlando a noi e di noi, perché ci riporta a sentimenti e sensazioni che proviamo o abbiamo provato in determinate circostanze della nostra vita.
Il protagonista narra in prima persona e al presente, instaurando così fin da subito una forte connessione emotiva: siamo tutti lì con lui, a seguire gli eventi in diretta, fra le piste accalcate e il susseguirsi di quei “pensieri tristi che ballano”.
I racconti sono variegati perché, pur mantenendo il loro denominatore comune, appartengono a diversi generi letterari.
Per esempio, in S.O.S. tango conosciamo Mario e Rosa, che hanno avuto il coraggio di abbandonare una vita ordinaria che non li entusiasmava per diventare maestri di tango della Rex Crociere.
Anche Coi tuoi piedi sopra i miei affronta la tematica della crescita personale. Qui Mario è un impiegato postale che, coi tempi che corrono, si fa piacere la monotonia del suo ufficio, della cravatta rossa tinta unita, del solito panino al solito bar in pausa pranzo, ma che come tanti – tanghèri e non – accarezza l’idea di mollare tutto.
Di altro genere è Tango noir, dove si indaga sull’assassinio consumatosi in un locale sul Tevere durante una affollatissima serata tanghèra.
O ancora, nel racconto La bambola troviamo una ballerina di porcellana che si muove guidata da un incantesimo: è Mireia, bella e inquietante come la fidanzata di Mario.
Poi ci sono i momenti tragicomici, come in Cannella, in cui assistiamo a uno pseudoincontro amoroso, o altri più piccanti, come in La parrucca, dove un oggetto ha il potere di trasformare le persone.
C’è anche una toccante storia dedicata alla Memoria, Budapest. Qui Mario, a pochi minuti a piedi dal salone del Danubius Resort, dove i ballerini sono pronti per lo stage e la milonga, si ritrova sull’argine, davanti a una lunga fila di scarpe spaiate appartenute ai deportati ebrei di Birkenau.
Abbati chiude la raccolta con l’autoironia. In Racconti di tango, infatti, si prende gioco dei tanghèri scrittori, perché l’interesse dei ballerini per le scarpe, ormai lo abbiamo capito, supera di gran lunga quello per le antologie di racconti.
La scrittura è fluida, la lettura sempre piacevole. Le pagine scorrono trasportate dalla musicalità della narrazione, in un avvicendarsi di ritmi lenti e serrati, proprio come in un tango.
In ogni racconto emergono in modo vivido il potere del tango e lo stile di vita dei tanghèri, che si incontrano nei locali o su una pista improvvisata, che dopo un incrocio di sguardi, una mirada, si stringono e danno il via al ballo che forse più di ogni altro sa unire le persone in una sincronia perfetta e in un dialogo intimo.
Ho scelto questo libro dopo aver letto il più recente A tempo di tango. Scacco matto a Buenos Aires, sempre dello stesso autore, ed essere rimasta affascinata dall’amore per il tango e dalla conoscenza approfondita di questo ballo che caratterizzano ogni pagina. Oltre a scrivere con maestria, Abbati scrive infatti di un mondo che conosce molto bene, perché è un appassionatissimo tanghèro non solo quando si immedesima nei suoi personaggi ma anche nella vita.
Mario Abbati ci prende per mano e ci porta in un’altra dimensione, fra giros, ganchos e boleos, dove per quei tre minuti del brano esistono solo la musica e il saldo abbraccio del nostro tanghèro. E anche se non siamo mai entrati prima in una sala da ballo, ha il potere di farci pensare: “Quasi quasi vado anch’io a comprarmi un paio di scarpe da tango”.
Vado a comprarmi le scarpe da tango è una lettura che entusiasmerà i tanghèri, ma che consiglio anche a tutti coloro che sono incuriositi dal ballo passionale per eccellenza e che vogliono riflettere sui diversi aspetti dell’esistenza e delle relazioni umane.
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