Vagabondare a Berlino. Itinerari eccentrici tra presente e passato
- Autore: Gian Piero Piretto
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Raffaello Cortina Editore
- Anno di pubblicazione: 2020
A parte il fatto che i libri di Gian Piero Piretto sono belli da sfogliare, sono anche imprescindibili per chi volesse approfondire la cultura socialista (compresa la cultura “bassa” della vita quotidiana) senza cascami di ostalgia. Ho letto molti dei suoi testi dedicati all’URSS (Piretto è stato docente di Cultura Russa all’Università di Milano) e questo suo nuovo Vagabondare a Berlino. Itinerari eccentrici tra presente e passato (Raffaello Cortina Editore, 2020) non lo smentisce. È un libro che trasuda storia, e storie, da ogni poro cartaceo di cui si compone, attingendo al patrimonio antitetico di cui abbonda la capitale tedesca. Tracce di nazismo e marxismo reali, per esempio: l’agghiacciante binario 17 oggi prevaricato dagli alberi, e la pacchianata in cui è stato trasformato il checkpoint Charlie a beneficio dei turisti.
Calato nei panni dell’esploratore flaneur (chissà se per ciò sostenuto da un bagaglio imponente di richiami alle buone letture-pitture) Gian Piero Piretto si addentra dunque a saltare, ma a passo lento, tra le arterie di un città dicotomica, soffermando lo sguardo, e le osservazioni, sulle vie di transito della storia (Karl Marx-Allee, Gropiusstadt, Marzahner Promenade), come sui mercati etnici, i negozi di chincaglieria per visitatori mordi-e-fuggi, e altre cose così. Cose eccentriche che sfuggono alle guide turistiche, tipo (ancora) le stazioni fantasma dell’ex città divisa, la limitrofa città di Stalin della DDR, il semaforo con l’omino rosso della Berlino comunista di una volta (oggi diventato un brand), i caratteristici lampioni che costeggiavano il muro, i centri commerciali che restituiscono la misura delle metamorfosi (e della dittatura) delle merci.
Vagabondare a Berlino è insomma un testo per turisti inconsueti (semmai ne esistono, oggi come oggi). Per curiosi della vita quotidiana, di culture da scoprire e altre da storicizzare. Un itinerario per stazioni che cambia inquadratura con il mutare degli scenari, mantenendo intatto il tocco autoriale e mai comune di Piretto, anfitrione di eccellenza.
“L’invito sarà a percorrere la città a piedi, in tram, metropolitana, sopraelevata, bicicletta, battello, bus o treno […]. Compagni di strada saranno le insegne di negozi o imprese, i cartelloni indicatori o pubblicitari, i passanti, le facciate delle case, certi negozi, certe realtà culturali non necessariamente alte o magniloquenti, le finestre […] gli androni, le soglie, i passanti”. (pagg. 21-22)
Così spiega l’autore a introduzione del lavoro, e pagina dopo pagina mantiene la parola.
Il testo è pieno di fenomeni e di noumeni (per dirla in modo filosofico), sedimentazioni storico-culturali minime e massime, che per una certa bizzarria del caso ma forse non a caso (la storia non è mai casuale) si concentrano a Berlino, declinandosi in attualità storico-urbana.
Il volume, con foto, oltrepassa le 350 pagine ma scorre via attraverso una prosa che rinuncia all’accademismo per farsi camera-car capace quando è il caso (e quasi sempre è il caso) di fermo-immagini per approfondire.
Sono stato a Berlino tre anni fa, e da turista coatto da gruppo organizzato mi accorgo ora di avere visto poco e niente. Ci tornerò sulla scorta di questo libro di Gian Piero Piretto. Me ne è tornata voglia e spero di rifarmi. Credo che questo, più di ogni ulteriore discorso, possa restituire il grado di affascinante compiutezza del volume.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Vagabondare a Berlino. Itinerari eccentrici tra presente e passato
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