Nella Collana “Gotica”, Skira riedita Vathek (2019, titolo originale Vathek, an Arabian Tale, traduzione di Aldo Camerino e Ruggero Savinio, pp. 288, 22,00 euro), romanzo orientaleggiante redatto a soli ventuno anni dallo scrittore William Thomas Beckford (Fonthill, 1º ottobre 1760 – Bath, 2 maggio 1844), critico d’arte, politico e viaggiatore britannico. Composto di getto in lingua francese in soli tre giorni e due notti nel 1785 e pubblicato in inglese a Losanna nel 1787, il romanzo, che rappresenta un importante anello di congiunzione tra la letteratura illuministica e le esperienze preromantiche, ha oltre 160 note del primo traduttore dal francese all’inglese, moltissime delle quali sono lunghe e dotte.
Il volume viene rieditato nella Collana “Gotica” della casa editrice milanese, che esplora il mondo dell’Occulto attraverso una nuova edizione di classici senza tempo della letteratura internazionale. Mistero, magia, fantastico, sublime, paranormale, orrore, esoterismo, cabala, alchimia, teosofia, una collana da non perdere e da tenere d’occhio, per gli amanti del genere. Inoltre la nuova edizione Skira presenta il romanzo eponimo e i sette episodi che completano la narrazione Beckfordiana, alla maniera delle “Mille e una notte”.
Le avventure magiche ed esoteriche del califfo Vathek costituiscono uno degli archetipi più raffinati e celebri della letteratura gotica e vicini alla tradizione faustiana. Simbolica l’esistenza del creatore di Vathek, ricco di invenzioni fantastiche e magnifiche, lettura ideale per la notte di San Silvestro, a cavallo dell’anno che se ne va e di quello che sta per arrivare.
Beckford, figlio del Lord Sindaco di Londra, nato e cresciuto tra gli agi, ereditò una cospicua fortuna, tra le più grandi in Inghilterra, che dilapidò in poco tempo. Spirito eccentrico, grande collezionista, iniziato da giovanissimo alla magia e alle scienze occulte, William passò di scandalo in scandalo, accusato di amori omosessuali e di praticare la magia nera. Preclusa la carriera politica a causa degli scandali omosessuali in cui era rimasto coinvolto e stanco di peregrinare per l’Europa, per evitare una incriminazione formale, Beckford si rinchiuse in un’enorme e stupefacente torre che si fece costruire in memoria di Vathek, la sua creatura di gioventù.
Vathek, nono Califfo della stirpe degli Abbassidi, era figlio di Motassem, e nipote di Harum al-Rascid. Salito al trono nel fiore dell’età, le sue grandi doti facevano sperare ai sudditi un regno lungo e felice.
Di aspetto avvenente e maestoso, assai incline alle donne e ai piaceri della mensa, generoso senza limiti, Vathek era dissoluto senza freni. Pagina dopo pagina, il lettore vedrà il Califfo praticare il delitto, la magia nera, l’occulto, il sacrificio e l’offerta alle potenze del male. Vathek, attraverso tali rituali conquisterà con la donna amata il Regno del Fuoco Sotterraneo, che però si rivelerà essere quello della loro eterna disgrazia...
Il grande Profeta Maometto, del quale i Califfi sono i Vicari, dall’alto del settimo cielo, era indignato dalla condotta irreligiosa di quel suo successore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Vathek" di William Beckford, romanzo magico ed esoterico da leggere la notte di San Silvestro
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