Vertigine della lista
- Autore: Umberto Eco
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2009
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Nell’Iliade appaiono due modi di rappresentazione. Il primo si ha quando Omero descrive lo scudo di Achille: è una forma compiuta e conchiusa in cui Vulcano ha rappresentato tutto quello che egli sapeva e che noi si sa su una città, il suo contado, le sue guerre i suoi riti pacifici. L’altro modo si manifesta quando il poeta non riesce a dire quanti e chi fossero tutti i guerrieri Achei: chiede aiuto alle muse, ma deve limitarsi al cosiddetto, e enorme, catalogo delle navi, che si conclude idealmente in un ‘eccetera’. Questo secondo modo di rappresentazione è la lista o elenco.
Ci sono liste che hanno fini pratici e sono finite, come la lista di tutti i libri di una biblioteca; ma ve ne sono altre che vogliono suggerire grandezze innumerabili e che si arrestano incomplete ai confini dell’indefinito. Come mostra questo libro e l’antologia che esso raccoglie, la storia della letteratura di tutti i tempi è infinitamente ricca di liste, da Esiodo a Joyce, da Ezechiele a Gadda. Sono spesso elenchi stesi per il gusto stesso dell’enumerazione, per la cantabilità dell’elenco o, ancora, per il piacere vertiginoso di riunire tra loro elementi privi di rapporto specifico, come accade nelle cosiddette enumerazioni caotiche.
Però con questo libro non si va solo alla scoperta di una forma letteraria di rado analizzata, ma si mostra anche come le arti figurative siano capaci di suggerire elenchi infiniti, anche quando la rappresentazione sembra severamente limitata dalla cornice del quadro. (Note di copertina)
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Vertigine della lista
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La vertigine è un disturbo della personalità, che si esprime nella forma della vertigine perché da una parte il soggetto è attratto verso il fondo, dall’altra al soggetto non riesce di vedere o ne è impedito: il sintomo nasconde e rivela il suo proprio nome. Nello specifico la vertigine della lista sposta sulla lista - come nome comune – l’estasi di quel che all’insaputa è il nome proprio: eco. Dopo tutto l’eco è la lista infinita, l’indicibile. Mai come in questo libro UE s’è avvicinato tanto alla forma del proprio sintomo e di qui all’informazione del nome. La notizia è: la letteratura di Umberto Eco è una letteratura dell’eco, dove Eco parla – nomen numen - per sentito dire, da cui il nome Eco, e dove UE, nomen omen - “non c’è nulla che leghi l’uomo alla lingua come il suo nome” (Benjamin) - è il semiologo di se stesso.
“Quando il Louvre mi ha offerto… non ho esitato un momento e ho proposto come tema l’elenco, ovvero al lista… Perché mi è venuta in mente questa idea?... Se qualcuno andasse a leggere i miei romanzi vedrebbe che in essi abbondo in liste… e le origini di questa predilezione sono due, entrambe dovute ai miei studi giovanili: certi testi medievali e molti testi joyciani… la ricerca delle liste ha rappresentato una esperienza molto eccitante… E, alla fine: ecco un libro che non può concludersi che con un eccetera: il libro nascosto, non detto, quello che ha generato e genera tutti gli altri – non quello della predilezione spiegata, ma l’altro, quello dell’estasi esclamata: il libro dell’eco come sono tutti quelli di UE, e che per l’appunto non può concludersi che con un eccetera. L’Eco continuo, la sua poetica della lista come poetica dell’eccetera, un’esperienza molto eccitante