Neri Pozza nella sua Collana “Le Grandi Scrittrici” riedita Via col vento (2020, titolo originale Gone with the Wind, introduzione di Mariarosa Mancuso, traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani pp. 960, 18,00 euro) di Margaret Munnerlyn Mitchell (Atlanta, 8 novembre 1900 – 16 agosto 1949) pubblicato nel 1936 e dal quale è stato tratto il kolossal omonimo diretto da Victor Fleming nel 1939, che si aggiudicò 10 Premi Oscar (1940) interpretato da Vivien Leigh, Clarke Gable, Olivia de Havilland, Leslie Howard e Hattie McDaniel, la prima afroamericana a vincere un Oscar per la sua interpretazione di Mammy.
Il bestseller vincitore del Premio Pulitzer 1937, il cui titolo fu tratto dall’autrice e giornalista dell’”Atlanta Journal” da una delle liriche più belle del poeta inglese Ernest C. Dowson, viene ristampato in occasione degli ottant’anni dall’uscita della versione cinematografica del “film più ambizioso di sempre”, come lo definì il “New York Times”, di uno dei romanzi più letti e amati di sempre. Il 15 Dicembre 1939 il pubblico della prima di Gone with the Wind al Grand Theatre di Atlanta in Georgia, dove il libro è ambientato, non poteva certo immaginare di stare per assistere alla visione del film più popolare di tutti i tempi, che ottenne il maggior incasso nella storia del cinema.
“Domani è un altro giorno” è la frase che Scarlett O’Hara si ripeteva nei momenti di disperazione, un monito per andare avanti e trovare il coraggio in se stessa per non arrendersi di fronte alle avversità che il destino aveva posto sul suo cammino. C’è tutto in questo libro-fiume, dall’andamento epico: guerra, amore, morte, sopravvivenza, valore, audacia, ardimento e sacrificio. Una storia d’amore tormentata sullo sfondo della Guerra Civile Americana, pingui piantagioni di cotone nel Sud degli Stati Uniti, dove lavoravano nella condizione di schiavi, uomini e donne di colore mentre i venti della Guerra Civile presto cominciavano a spirare travolgendo la società schiavista. Una città in fiamme, Atlanta, in procinto di essere assediata dai soldati dell’Unione, mentre negli ospedali i soldati delle truppe degli Stati Confederati d’America morivano come mosche, annientati nello spirito e nel corpo. E lei, Miss O’Hara, bellissima, viziata e capricciosa, regina della piantagione di Tara, uguale al padre Gerald di origine irlandese per istinto e temperamento, che assisteva alla fine del mondo nel quale è nata e cresciuta e che parteciperà a costruirne uno nuovo su quelle stesse ceneri. Padre e figlia uniti dallo stesso amore per la terra, che porterà Scarlett a sposarsi due volte senza amore, dapprima per ripicca e poi per denaro. Rossella intestardita nel sogno adolescenziale nei confronti di Ashley Wilkes, classico gentiluomo del Sud, idealista fino al midollo, così diverso da lei, sposato con la cugina Melania Hamilton, buona e dolce. Peccato che solo troppo tardi Scarlett comprenderà che l’amore della sua vita era lo spregiudicato Rhett Butler, classico avventuriero dal personale codice morale, suo terzo marito. Ma in fondo non tutto era perduto, giacché, come ben ha sempre saputo Rossella O’Hara: “Dopotutto, domani è un altro giorno”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Via col vento" di Margaret Mitchell torna in libreria con una nuova traduzione
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