Nell’estate di novantacinque anni fa iniziano a circolare in Italia e all’estero le prime copie di un romanzo controverso. David Herbert Lawrence completa L’amante di Lady Chatterley, la sua opera forse più nota. La stesura avviene in Italia, a Scandicci, alle porte di Firenze, dove lo scrittore risiede con la moglie Frieda dal 1926 al 1928.
Ispirato dalla natura e dal ricco patrimonio artistico e culturale della regione, visita musei, scavi archeologici, ammira la campagna toscana e ne restituisce un ritratto appassionato e attuale in un appassionato diario di viaggio di recente pubblicato da Neri Pozza.
Villa Mirenda: la villa di David H. Lawrence a Scandicci
A Scandicci Lawrence abita con la moglie Frieda in un’antica dimora di origini seicentesche, immersa nel verde. Villa Mirenda, oggi come allora, si può affittare per le vacanze. In una lettera all’amica e pittrice Dorothy Brett, lo scrittore annuncia di aver firmato un contratto per 25 sterline all’anno.
Abbastanza per garantirsi un panorama sulla valle dell’Arno, conservando denaro sufficiente per viaggiare. E scrivere, naturalmente. Seduto per terra, ai piedi di un pino secolare, compone il libro che lo renderà celebre.
Nel 1928 in poche settimane completa la terza versione, come ricorda la lapide sul cancello della casa: è quella definitiva. E si pone il problema della pubblicazione di un testo che lo stesso autore definisce molto inappropriato.
La storia successiva, tra sequestri, rifiuti, tagli, tentativi di interpretazione e dispute letterarie, è nota.
Quello che incuriosisce e affascina è la lungimiranza dell’ambiente culturale fiorentino. Altrove la censura è rigidissima, non fa eccezione per le opere letterarie. Lawrence, figlio di minatori del Nottinghamshire, che ha fatto del linguaggio la sua arma di rivalsa, è additato come un artista sovversivo.
Viaggia molto, spinto dal carattere irrequieto e dal desiderio di fuga dalle convenzioni sociali mortificanti. Sulle sponde dell’Arno trova comprensione e un ambiente ideale.
L’amore di David H. Lawrence per la Toscana
Il manoscritto è troppo esplicito e dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti gli editori lo rifiutano: impossibile da pubblicare è il verdetto. Non così a Firenze, dove, grazie all’editore Pino Orioli, Lawrence entra in contatto con la tipografia La Giuntina: il proprietario, informato del contenuto eversivo del testo, risponde: “Ma sono cose che noi facciamo tutti i giorni”. E il libro va in stampa. Solo 1000 copie: abbastanza per iniziare le spedizioni nelle librerie che ne fanno richiesta e spesso lo vendono sotto banco. Una diffusione clandestina che è l’inizio di un grande successo avviato in Italia. Basti pensare che all’estero bisognerà aspettare fino al 1960 per la pubblicazione, 30 anni dopo la prematura scomparsa del suo autore a soli 45 anni. Forse anche per questo Lawrence ama la Toscana.
I luoghi etruschi di David H. Lawrence
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Gli anni in Italia sono anche teatro di frequenti escursioni nell’area etrusca: nell’aprile 1927 proprio da Scandicci parte il pellegrinaggio di Lawrence in compagnia dell’amico Earl Brewster. Destinazione: l’antica Tuscia, tra Toscana, Lazio e Umbria.
I due visitano Cerveteri, Tarquinia, Vulci e Volterra. Vorrebbero vedere di più: mancano dall’itinerario Chiusi, Cortona, Civita Castellana, Norchia, Vetulonia, Bieda.
Restano le impressioni e le emozioni vissute, raccolte in un singolare diario di viaggio: Luoghi etruschi pubblicato per la prima volta nel 1932 e di recente edito da Neri Pozza (2023). Una guida snella, tra arte, natura e storia, che vale la pena rileggere prima di intraprendere la visita alle celebri necropoli.
Gli anni in Italia di David H. Lawrence: un diario di viaggio
Lo scrittore nota e annota tutto: a partire dalle condizioni di viaggio, in un’Italia che ancora è lontana dalla fortuna del turismo e dove gli stranieri di passaggio sono guardati con diffidenza.
Nell’entroterra i trasporti sono difficili o inesistenti tanto che il viaggiatore deve coprire a piedi gli oltre otto chilometri che separano la stazione ferroviaria di Palo da Cerveteri. Case, alberghi, taverne e residenti sono ritratti con sapienza come le donne ai lavatoi, personaggi del vecchio mondo che sembrano emergere direttamente dal passato.
Molto da allora è cambiato ma le descrizioni naturalistiche conservano un realismo quasi tattile che tradisce ammirazione:
La campagna , con la sua vasta distesa verdeggiante di grano in erba, è quasi umana di nuovo. Ma vi sono tuttora spazi vuoti umidi di acqua, dove il piccolo narciso cresce a ciuffi o copre interi campi. E vi sono zone di verde e di bianco-spuma camomilla dappertutto, in una soleggiata mattina di giovane aprile.
E ancora:
Ai lati della strada l’alto asfodelo dardeggia qua e là a caso le sue spasmodiche scintille rosate e odora di gatto. Lontano, sulla sinistra, è il mare: oltre il verde pianeggiante del grano, il Mediterraneo che, come avviene sulle spiagge basse, riluce piatto e immoto.
Gli Etruschi e la filosofia di vita
Snobbata da studiosi ed esperti del settore, la guida ai Luoghi etruschi rivela una profonda sensibilità e restituisce il carattere dello scrittore.
Lawrence va in direzione ostinata e contraria: ribalta mode e interessi del suo tempo. Così agli idolatrati Greci e al celebrato espansionismo Romano, preferisce il mistero degli Etruschi.
Nel diario ci sono le pitture di Tarquinia, le sculture di Volterra, le case dei morti accoglienti:
Tanto che non ci si sente oppressi discendendovi.
E un sentire moderno che, a saper leggere tra le righe, ne fa una guida attuale anche per il viaggiatore contemporaneo. E può contribuire a offrire una chiave di lettura su quella concezione esistenziale che è alla base de L’Amante di Lady Chatterley.
E queste sono le vere qualità etrusche: facilità, naturalezza, abbondanza di vita e nessun bisogno di forzare la mente e lo spirito in qualsiasi direzione. E la morte, per gli Etruschi, era una piacevole continuazione della vita, coi gioielli e il vino e i flauti che suonavano per la danza. Non era né un’estasi di felicità, un paradiso, né un purgatorio tormento. Era soltanto la naturale continuazione della pienezza della vita.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Viaggio in Toscana con David H. Lawrence, dove scrisse “L’amante di Lady Chatterley”
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