Viaggio nella memoria. L’arte di produrre la calce a Nurallao
- Autore: Piero Onnis
- Categoria: Saggistica
Non è difficile in piccole comunità del centro Sardegna trovare tesori nascosti di tradizioni popolari che col tempo si sono occultati alla memoria delle nuove generazioni. Quando si vuole far riemergere quel patrimonio, spesso ci si affida all’opera di esperti ricercatori che, interrogando chi custodisce ancora per poco quelle esperienze e quei saperi antichi, ricostruiscono con amore quello che una volta era quotidiano e ordinario.
Quando poi queste tradizioni hanno lasciato tracce evidenti della loro esistenza, andarne alla ricerca costituisce una vera e propria operazione scientifica, per certi versi esaltante e avvincente. In un’epoca in cui il lavoro manuale o è venuto a mancare o ha lasciato il posto ad attività che poco hanno di artigianale, parlare di fatica fisica può sembrare desueto. Eppure di fatica e di maestria si può parlare nella ricostruzione del lavoro dei cracinaius che a Nurallao fino agli anni Cinquanta e Sessanta emergevano tra le attività lavorative e che avevano governato il mercato della calce in buona parte della Sardegna centro meridionale.
Chiunque percorra le campagne nurallaesi e dei paesi vicini può imbattersi in bianchi forni più o meno in buono stato a testimonianza di quella che fu una delle attività artigianali di uomini generosi, in un’epoca in cui dominavano la forza delle braccia e la perspicacia. Di decine e decine di forni uomini anziani ricordano ancora il nome degli artefici e le storie che ad essi sono legate, ricostruendo aneddoti o caratteristiche che hanno accompagnato la loro esistenza.
La ricostruzione del clima di quell’epoca, in cui la bianca calce di Nurallao veniva prodotta e venduta in abbondanza, si deve ad un puntiglioso ricercatore come Piero Onnis, perito agrario in pensione che, intervistando gli anziani del posto, ha ricostruito le tecniche lavorative e costruttive di quelli che erano gli imponenti forni della calce realizzati con la pietra calcarea del posto nel suo Viaggio nella memoria. L’arte di produrre la calce a Nurallao.
Di ogni forno, oltre che averne documentato in foto quello che rimane come reperto, ne ha ricostruito la storia e ad alcuni è riuscito ad attribuire i nomi dei costruttori e, quando è stato possibile, le vicende che ne hanno accompagnato l’esistenza. L’esigenza che ha spinto il ricercatore è stata sia la soddisfazione personale verso la ricerca, sia la volontà di porsi come divulgatore di un sapere antico verso le giovani generazioni, altrimenti destinato, se non all’oblio, all’indifferenza di chi è distratto da una cultura che si affida quasi esclusivamente ai social network.
La pubblicazione del volume sui cracinaius, Viaggio nella memoria. L’arte di produrre la calce a Nurallao, contribuisce, quindi, a riaccendere l’attenzione sulla storia di una piccola comunità che ha saputo, con la sua intelligenza e volontà, dare vita ad una cultura artigianale e paleo industriale di cui non si può che essere fieri.
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