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Vieni a letto con me
- Autore: Joanna Briscoe
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
“Vieni a letto con me” di Joanna Briscoe è senza dubbio uno dei libri più perversi che abbia mai letto.
Qualcuno potrebbe dire che si intuisce dal titolo, ma questo, in realtà, è vero solo in parte. Per perversione non si intende un abbondare di scene sesso estremo o situazioni al limite della censura: al contrario, da questo punto di vista il romanzo deluderà certamente coloro i quali l’hanno comprato pensando di avere a che fare con della semplice narrativa erotica, dato che le pagine che parlano esplicitamente di sesso, infatti, sono poche, e nemmeno tra le più memorabili.
La perversione di questo libro è puramente mentale, poiché risiede nelle menti dei protagonisti, nei loro ragionamenti contorti, machiavellici, spesso ben oltre il limite del decoro e della sanità mentale.
La prima parte del romanzo è piuttosto plausibile: Leila e Richard sono una giovane coppia affiatata e innamorata, che si appresta ad avere un figlio. Realizzati nel lavoro – sebbene Richard si senta in un qualche modo frustato per non aver raggiunto le vette professionali cui ambiva ai tempi dell’università – i due vivono in un appartamento accogliente, circondati dai segni tangibili (suppellettili, mobili, libri) dell’amore che li lega da quattro anni a quella parte. La sera di Natale, invitati a una festa in casa di amici, conoscono la donna che cambierà per sempre le loro vite.
La conoscono ma ancora non sanno di conoscerla, perché nessuno dei due l’ha notata, quella sera a cena. Eppure Sylvie, francese anonima e stranamente compita, ha notato perfettamente quella coppia che si muove sempre unita, complice, innamorata… Da quella sera in poi, Richard sembra incontrare la donna ovunque: al bar, ai grandi magazzini, persino in ufficio, e pian piano si abitua a lei, alla sua presenza discreta, al modo in cui si muove, osserva, ascolta, e molto presto finisce per esserne affascinato. Di più, Sylvie entra nei suoi pensieri, diventando un’ossessione che l’uomo non riesce a spiegarsi né a tenere a bada, perché ormai l’attrazione fisica è fortissima e chiede solo di essere esaudita.
Sempre più lontano da Lelia e dal bambino che stanno per avere, confuso e soggiogato, Richard perderà letteralmente la testa, arrivando a compiere gesti folli, in preda a una forte, malsana gelosia…
Racconto a due voci – Lelia e Richard si alternano nella narrazione in prima persona, quasi tenessero un diario – “Vieni a letto con me” possiede più di un elemento che gli impedisce di essere quantomeno un buon romanzo: ben scritto, risulta tuttavia poco credibile, soprattutto nella seconda parte, a dir poco assurda. Il lettore fa davvero fatica a star dietro alla psicologia deviata, cervellotica, quasi malata, dei protagonisti, priva di qualsiasi senso logico. È evidente che l’autrice intendeva sorprendere, sbalordire, scandalizzare, ma purtroppo non c’è riuscita. È un peccato, considerata la prosa limpida e poetica della Briscoe, ma “Vieni a letto con me” sul finale dà l’impressione di una caricatura mal riuscita, a tratti noiosa, a tratti eccessiva, ridicola.
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Vieni a letto con me
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