Villa Mimosa di Nantas Salvalaggio

Nantas Salvalaggio (1928- 2009) fu un grande giornalista e un acuto osservatore della realtà. Scrisse alcuni romanzi che raccontano la vita della provincia italiana.
Alcuni romanzi sono ambientati in un paese immaginario, Malpaga, che si trova nei pressi del lago di Garda, "Villa Mimosa" è uno di questi.

L’autore, a cui viene dato il nome di Scriba dagli abitanti del luogo, racconta microstorie dei personaggi più in vista del paese che corrispondono a determinati tipi umani: la maliarda generosa, il poeta bancario, l’arciprete, il pittore fallito e di ciascuno vede l’umanità di fondo senza giudicare nessuno.
Il romanzo è diviso in due parti "Villa Mimosa" in cui si raccontano le vicende dell’Italia
degli anni Sessanta, ancora bacchettona nonostante il boom economico e la seconda "Ritorno a Malpaga" in cui si vede lo Scriba, che è l’autore stesso, ritornare nei luoghi in cui ha vissuto le sue estati e vede tutto cambiato.
Non c’è più la semplicità di un tempo, non ci sono più gli antichi valori anche se le amicizie sono uguali.
Tutto sembra prendere una piega diversa e, nonostante l’umorismo di certi episodi, il libro si chiude con malinconia, perché come disse de Musset: "Dopo che si è smesso di ridere, bisognerebbe piangere". O forse semplicemente riflettere. E il lettore sente gli stressi sentimenti dello Scriba.

Libro bello che si può leggere pensando a come si era una volta. Lettura consigliata.