La villa degli amori sospesi di Lena Johannson

La villa degli amori sospesi (Newton Compton 2020, titolo originale Die villa an der Elbchaussee, traduzione di Jessica Ravera) di Lena Johannson, bestseller in Germania e in testa alle classifiche per sei settimane, è una storia che risveglia i sensi con il gusto dolceamaro del cioccolato.

Primavera 1919, Amburgo, Germania.
La famiglia di Frieda Hannemann, sedici anni, da generazioni importatrice di cacao e proprietaria della Hannemann & Tietz, aveva già tracciato per lei il corso del suo futuro: sposare, provvista di una generosa dote, un uomo ricco. In verità la volitiva ragazza era certa che “il mondo era molto più grande e aperto a tutti”, soprattutto a quei tempi. Una volta placati i disordini del conflitto in cui la Germania ne era uscita sconfitta, Frieda avrebbe voluto viaggiare, conoscere, forse anche studiare all’università. C’erano così tante possibilità che la ragazza temeva di non essere in grado di decidersi.

Il padre di Frieda, Albert era un commerciante, che conosceva tutto sulla coltivazione e l’importazione di cacao grezzo e aveva spronato la figlia a leggere i suoi libri sul cacao, sulla sua lavorazione e sul suo potere curativo. Inoltre Herr Hannemann le aveva dato da apprendere gli articoli sulla contabilità in partita doppia. Il desiderio di Frieda era di iniziare il suo apprendistato presso la ditta “archiviare la corrispondenza, gestire i libri contabili”. Però questo compito sarebbe toccato al fratello Hans, appena fosse tornato dalla guerra. Alla legittima domanda di Frieda sul perché il padre l’avesse voluta indottrinare sugli affari di famiglia, la semplice risposta era stata che:

“i tempi stanno cambiando. Penso sia conveniente che un uomo possa parlarne con sua moglie”.

Questa risoluzione non avrebbe fatto cambiare idea a Frieda e il destino le avrebbe dato una mano. L’aroma intenso del cacao pervade le coinvolgenti pagine del volume sullo sfondo di una nazione che sta cambiando il suo volto.

“Come sempre nei miei romanzi, ho prestato molta attenzione alla correttezza dei fatti storici. Ciò significa che sia la storia di Amburgo sia quella delle importazioni di cacao sono state oggetto di una accurata ricerca”.

Scrive l’autrice in una nota alla fine del ben documentato volume.

“Devi preparare altri cioccolatini, Frieda, un sacco. Tutti ne vogliono. Tutti vogliono solo il cioccolato della Hannemann & Tietz”.