Vita di Cristo e del suo cane randagio
- Autore: Vincenzo Pardini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Ho letto con curiosità, interesse, commozione il bel libro che Vincenzo Pardini, con la sua consueta prosa coinvolgente e originale ha pubblicato per Vallecchi con il titolo Vita di Cristo e del suo cane randagio: un cane grande, bianco, selvaggio e domestico a un tempo, che accompagna Gesù Cristo sin dalla sua nascita nella grotta di Betlemme. E rimarrà al suo fianco durante la predicazione, il processo, l’agonia, la morte, la resurrezione, l’ascesa al cielo: ma Ebaù non potrà seguire il suo grande amico sparito fra le nuvole, resterà randagio sulla terra ad attenderne fiducioso il ritorno.
Lo scrittore ci accompagna lungo un percorso che seguendo i vangeli, quello di Giovanni soprattutto, ricostruisce le fasi che ci sono giunte della vita di questo uomo alto, dai capelli e la barba rossicce, che, dopo un’infanzia comune con i suoi genitori, giunge ai trent’anni cominciando il suo percorso di predicatore, profeta, messia, figlio di Dio, portatore di una buona novella, a seconda delle modalità in cui fu apprezzato, amato, deriso, osteggiato, condannato da parte della comunità giudaica presso la quale visse. Tutto quello che sappiamo della vita di Cristo, viene raccontato facendo intervenire al suo fianco, a tratti, la figura di questo cane che ha in sé qualcosa di misterioso; la sua presenza costante, il suo apparire e scomparire, la vicinanza all’uomo a cui sembra fare da guardia del corpo nei momenti di pericolo, la sua silenziosa presenza come testimonianza di un affetto profondo, nei confronti di una persona consapevole della propria solitudine, della certezza del martirio incombente e ineludibile, rendono questo animale, che già si era presentato nella stalla di Betlemme vicino al bue e all’asino, come co-protagonista del primo miracoloso presepio della Storia.
Nel romanzo di Pardini i miracoli, le parole di Cristo, le parabole, i personaggi noti che gravitano attorno al Cristo assumono un aspetto quasi favoloso: ecco la madre, silenziosa, consapevole, desiderosa di avere il figlio vicino, rassegnata al destino che incombe su di lui; Giovanni Battista, il precursore, il cugino, l’affetto, destinato a una fine atroce, con la testa spiccata dal corpo ma gli occhi ancora vigili.
Ecco la Samaritana al pozzo, la Maddalena che ha comprato l’unguento per massaggiare l’uomo che sta per abbandonare tutti quelli che lo hanno seguito; ecco Pietro che si trova si fronte ad un gigante che gli dà responsabilità enormi che lui stenta a capire; ecco Tommaso che non crede che sia davvero lui il risorto; ecco le tante donne che si affollano intorno a questo giovane bello, triste, enigmatico, di cui capiscono poco, ma che le affascina e le commuove.
Pardini si muove con grande sensibilità intorno a storie che conosciamo, ma che nelle pagine del libro diventano nuove, inedite, affettuose, colme di rispetto per miracoli incomprensibili, per eventi storici che si colorano di ambiguità se visti con gli occhi della fede nella presenza di un progetto divino.
Molto bella la descrizione del rapporto tra Ponzio Pilato e la moglie Claudia Procula: lei ha capito che l’uomo di Nazareth è un “giusto accusato ingiustamente” dalle forze politiche e religiose che incarnano il Male, soffre per lui, vorrebbe che il marito non si mischiasse con i “sinedriali” che lo vogliono crocifisso.
Lui è ambizioso e pusillanime, non vuole perdere la fiducia dell’imperatore Tiberio, né quello delle autorità ebraiche, e alla fine sappiamo che il suo gesto di lavarsi le mani resterà per sempre nell’immaginario collettivo come il simbolo della viltà politica. Ebaù invece è fedele, è costante. Considerato un intruso, dovrà spesso battersi per imporre la sua presenza, per restare vicino al suo amico.
Lo stesso Cristo gli parla, fermo in uno spiazzo pietroso con il volto del cane fra le mani:
“Caro amico, sei venuto da me che ero appena nato, mi hai seguito e continui a farlo. La tua amicizia è sincera come la luce del mattino, Sarai sempre nella mia mente e nei miei pensieri. Niente potrà separarci, e tu sento che lo sei e ne sei felice quanto me.”
Parole che non fanno parte delle Sacre Scritture, ma che ben si adattano alla fedeltà di un animale capace di essere vicino all’uomo solo di fronte al suo destino in un tempo sospeso, come quello della breve presenza sulla terra del Cristo.
Vita di Cristo e del suo cane randagio
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